“Ma perché gli aspiranti genitori adottivi devono soffrire così tanto?”

ADOZIONIPerché gli aspiranti genitori non riescono ad adottare e soffrono così tanto? Perché troppi bambini non trovano una famiglia in cui crescere?

Michele Molino, persona attenta e sensibile al tema dell’accoglienza familiare dei minori abbandonati, si interroga sulla crisi del sistema italiano delle adozioni e riflette sugli ostacoli che si frappongono fra il desiderio delle coppie di accogliere dei figli e i bambini che sognano di avere una mamma e un papà. Attese troppo lunghe, costi troppo alti, e un mare di dolore… Perché?

Questa la lettera che il signor Molino scrive al direttore de “Il Nuovo Molise”, in attesa di risposte su come facilitare l’accoglienza e l’incontro fra genitori e figli del cuore.

“Caro direttore Pino, è raro trovare sui giornali, articoli riguardanti il problema delle adozioni. Mi sto interessando di questo problema perché ho capito il forte dolore che sopportano le coppie durante l’iter adottivo. Quanta sofferenza! Soldi da sborsare. Se tutto va bene, le coppie devono attendere minimo 4 anni. Perché aspettare tanto? Perché le coppie devono sborsare fior di quattrini? Le coppie non esternano il dolore, ma lo sopportano. Non hanno sindacati né qualcuno che le difende. Non so se il problema ti interessa. Puoi scrivere anche un editoriale. Altrimenti può passare il mio allegato a qualche tuo collaboratore. Ti invio un po’ di notizie.

Secondo Ai.Bi., l’Associazione Amici dei bambini, uno degli enti accreditati per le adozioni, che cita dati forniti dall’Istituto per gli Innocenti per denunciare la consuetudine delle coppie italiane di andare all’estero per adottare, in Italia ci sono ad oggi ben 2.300 bambini che potrebbero essere adottati, ma che vivono in comunità educative, case-famiglia (che spesso hanno tutto fuorché il sapore di casa), in famiglie affidatarie.

Nonostante siano stati dichiarati adottabili, molti di loro attendono per mesi, talvolta per anni, una nuova coppia di genitori che si prenda cura di loro.

Il problema fondamentale è che non esiste una banca-dati che possa monitorare quanti minori si trovano in Italia in attesa di essere adottati e coppie in attesa, al fine di dare al bambino/ragazzo la famiglia più appropriata in base alle esigenze.

Il fatto è che il ministero della Giustizia sulla questione della banca dati mai messa in funzione, nonostante lo ordinasse la Legge 149 fin dal lontano 2001, ha ricevuto lo scorso 1 ottobre una condanna del Tar del Lazio. Il ricorso era stato presentato dall’associazione Ai.Bi..

La sentenza del Tar aveva ordinato al dipartimento di Giustizia minorile di provvedere entro 90 giorni alla creazione di una griglia informatica con l’aggiornamento dei dati dei minori via via dichiarati adottabili dai giudici per i minorenni, cioè entro il 31 dicembre 2012. Al 31 dicembre, però, il dicastero aveva ammesso di non aver ancora approntato il sistema informatico e pregava di attendere ancora qualche settimana.

Dal 26 febbraio 2013, con dodici anni di ritardo, finalmente il ministero della Giustizia ha approntato una banca dati nazionale che raccolga il numero dei bambini pronti per l’adozione. Un software funzionante, assicura un decreto pubblicato anche sul sito, che possa incrociare la domanda delle coppie idonee con i minori abbandonati in tutto il territorio italiano.

Tuttavia, nonostante siano passati oltre quattro mesi dall’annuncio ministeriale, il numero dei bimbi rimane ancora sconosciuto. Questo per il ritardo burocratico: non tutti i Tribunali per i minorenni italiani disporrebbero di una raccolta automatizzata dei dati da inserire. Si deve dunque fare tutto a mano. Mi chiedo quanti anni si dovrà ancora aspettare e soprattutto quanto vale la vita di questi bambini/ragazzi?

Secondo le cifre presentate lo scorso 6 giugno dal gruppo Crc – Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, che riunisce decine di associazioni – sono oltre 40 mila le coppie idonee per l’adozione. Un numero enorme. I bambini in attesa di nuovi genitori invece sarebbero circa 2300. Ma il dato si riferisce al 2010 e corrisponde al 7% dei 29.300 minori in affidamento famigliare o collocati nelle case-famiglia secondo la ricerca promossa dal ministero del Lavoro e realizzata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, resa nota a fine 2012.

Duemilatrecento tra bimbi e ragazzi “parcheggiati” che nessuno vuole perché disabili o troppo grandi? In realtà almeno 700 di questi bambini ha meno di dieci anni e soltanto un decimo del totale (230) presenta difficoltà psichiche e fisiche. Per questo motivo il Crc raccomanda ancora una volta alla giustizia minorile di accorciare il periodo di permanenza in affido intervenendo anche sui tempi, spesso molto lunghi, delle procedure per dichiarare lo stato di adottabilità. “Anche se alcuni minori sono ormai grandicelli o presentano problemi di tipo sanitario e dunque più difficili da adottare, sappiamo che esistono famiglie che non pongono limiti di età o condizione psicofisica e sarebbero disposte ad accoglierli”, tant’è che queste famiglie, non potendo adottare in Italia, vista la burocrazia, sono in attesa nelle liste estere “special needs” per adottare un bambino con problematiche o disabilità di vario tipo.

Ma quanto costa la procedura di adozione all’estero? Una modica somma che va dai 25.000 euro ai 40.000 euro (e può essere anche di più perché in alcuni stati all’ultimo minuto, prima di riportare il proprio bambino a casa, possono chiedere anche altri soldi a causa di qualche carta che “casualmente” manca per poter chiudere la pratica).

Ma questi soldi, in tale periodo di crisi, chi ce li ha!!! Possibile che una famiglia con un reddito normale non possa adottare? In Italia non ti fanno adottare per la burocrazia o per quali altri motivi? All’Estero costa tantissimo!

Ma come bisogna fare? Così non si fa che favorire le fecondazioni assistite…

L’iter adottivo è troppo complesso, sofferto e dispendioso.

Se tutto ciò non fosse così complicato anche le coppie che hanno già figli naturali, ne potrebbero adottare altri: che bell’esempio di accoglienza! Quanto potrebbe influire sulla nostra società così individualista!

Vogliamo parlare anche dell’iter per raggiunger l’idoneità all’adozione?

Potrei portarle molte testimonianze di altre coppie riguardo a chi si occupa dell’Equipe adozioni, cioè delle persone addette ai colloqui e alla somministrazione di test psicologici. Presso i servizi sociali di Vasto si è anche tenuto un corso informativo, circa un mese fa, per coppie che avevano intenzione di adottare e coppie che avevano già iniziato l’iter.

Con una superficialità incredibile hanno detto che per fare prima conviene adottare bimbi disabili “meglio down, o con palatoschisi, anziché autistico o altro, ecc.”, come se parlassimo di bambole…

Risultato? Le coppie presenti per la prima volta si sono spaventante e hanno deciso di non adottare!

Certo, perché una coppia che arriva all’adozione, e questo gli addetti ai lavori dovrebbero saperlo, è in una situazione psicologica molto particolare, spesso reduce da vari tentativi di fecondazione non riusciti; i coniugi si vogliono mettere in gioco scegliendo l’iter adottivo, ma hanno bisogno di sostegno e non di giudizio.

Ma cosa pensano che i genitori adottivi siano dei super eroi? Non tutti hanno la forza di dire “prenderò un bimbo con una grave disabilità”, così, senza maturare la scelta col tempo, nel proprio cuore, ma qui ci vuole la mano di Dio e una coppia che dice una cosa del genere è già avanti nel cammino verso la santità, perché sappiamo che poi non ci sono istituzioni che ti aiutato quando hai un figlio disabile, pur essendo una grande grazia, perché hai Gesù in casa, devi avere una grande forza perché il genitore rimane spesso solo…

Le relazioni vengono inviate al Tribunale dei Minori dell’Aquila, ma occorrono anni per il rilascio del certificato di idoneità. Perché bisogna attendere tanto tempo?

Nel tribunale dei minorenni de L’Aquila ci sono diversi giudici, ma le pratiche restano, per varie ragioni, per anni in sospeso. Tutto questo a discapito di chi? Naturalmente dei bambini! Da 7 anni è stata depositata una proposta di legge parlamentare, ma è stata bloccata

Perché ci vogliono 3, 4 anni e più per poter adottare un bambino? Intanto il tempo passa e gli anni più preziosi della vita di questi bambini svaniscono nel nulla.

Ciao Pino, vedi di fare qualcosa”

Michele Molino

 

La risposta del direttore de Il Nuovo Molise non si è fatta attendere:

Caro Michele,

come puoi notare non solo ho letto la tua lettera ma ho ritenuto di pubblicarla così come l’ho ricevuto, comprese le note che mi ha inviato. Un problema che non conoscevo nella sua complessità e che reputo importante far conoscere anche attraverso le colonne di questo quotidiano locale. Se può servire ad aiutare anche un solo di chi ci sta leggendo posso sentirmi soddisfatto di aver reso un servizio utile.

Con affetto

Pino

Fonte: Il Nuovo Molise