Mar Egeo. Ancora una strage di bambini: 13 piccoli migranti morti chiudono un tragico ottobre

Lesbo_48125420_300Sarà che anche alle brutte notizie si finisce per assuefarsi. Sarà che ormai sembra di trovarsi davanti a un drammatico bollettino quotidiano che pare sempre uguale a sé stesso. Fatto sta che le vittime dei naufragi nel Mediterraneo non fanno neanche più di notizia. Eppure ci sono, di continuo. Nel mare che centinaia di persone ogni giorno cercano di solcare con la speranza di fuggire dalla guerra e dalla miseria alla ricerca di un futuro migliore, si continua a morire.

Il centro di questo cimitero della speranza negli ultimi tempi si è spostato più a est, nell’Egeo, rotta battuta prevalentemente dai siriani che dalla Turchia tentano di raggiungere la Grecia.

Quella tra mercoledì 28 e giovedì 29 ottobre è stata un’altra notte tragica. Due imbarcazioni cariche di migranti sono affondate al largo delle isole elleniche di Kalymnos e Rodi. Il primo dei due naufragi ha presentato il bilancio più drammatico: 19 migranti morti, tra cui 6 donne, 8 bambini e 2 neonati che viaggiavano su un’imbarcazione carica di circa 150 persone. Al largo di Rodi sono stati 3 i corpi senza vita rinvenuti: quelli di una donna, un bambino e un neonato. In tutto, quindi, l’ultimo doppio naufragio ha provocato la morte di almeno 22 migranti tra cui 13 bambini, che non sono riusciti a sopravvivere in un mar Egeo divenuto nelle ultime settimane più agitato, freddo e letale.

Le notizie diffuse nelle ore successive al naufragio dal ministero della Marina greco riferiscono anche di altri 15 minori ricoverati sull’isola di Lesbo e altri 3 trasportati ad Atene dove sono stati posti in terapia intensiva. Sempre davanti all’isola di Lesbo la Guardia Costiera ellenica ha soccorso 242 migranti, tra cui molti bambini, dopo che il barcone su cui navigavano è naufragato, provocando la morte di almeno 3 persone e un numero ancora imprecisato di dispersi.

Si conclude nel peggiore dei modi, quindi, un mese di ottobre che ha visto l’Egeo trasformarsi sempre più in un cimitero di piccoli migranti. Nei primi giorni un piccolo di meno di un anno aveva perso la vita a Kos. Alla metà del mese era toccato a una ragazzina e a un bambino annegati al largo di Lesbo a causa del ribaltamento del gommone su cui viaggiavano. Quindi, in rapida successione: il 17 avevano perso la vita 3 minori il cui barcone si era capovolto davanti all’isola di Kalymnos; il 18 la stessa sorte era toccata a 2 bambini al largo di Kastellorizo e Farmakonisi; circa una settimana dopo, ancora davanti a Lesbo, era toccato a 2 bambini di 2 e 7 anni.

Gli ultimi dati parlano di 141.525 bambini e adolescenti che hanno chiesto asilo politico in Europa tra gennaio e luglio 2015: una media di 20.217 al mese. In pratica, un richiedente asilo su 4 è un bambino.

E ci sono anche dei bambini tra gli ospiti della “Tenda di Abramo”, la casa di accoglienza per richiedenti asilo gestita da Amici dei Bambini in collaborazione con la Prefettura di Milano. Un luogo protetto in cui i migranti possano trovare un’accoglienza a dimensione familiare che salvaguardi i loro legami e le loro abitudini di vita in attesa di conoscere il loro futuro. “La Tenda di Abramo” è solo l’ultimo degli interventi promossi da Ai.Bi. nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare e in particolare del progetto Non lasciamoli soli, mirato a garantire un’accoglienza giusta in Italia ai minori stranieri non accompagnati, alle donne sole con bambini e alle famiglie di migranti.

 

Fonte: Avvenire