Marco Griffini: “Senza il riconoscimento della kafala, i figli non hanno diritti. Si ratifichi la Convenzione del ’96!”

marocco intervista kafalaUna vergogna: quando si tratta dei diritti degli adulti, la politica si attiva, quando si parla dei minori no“. Il presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini, denuncia l’assurdo ritardo dell’Italia sulla ratifica della Convenzione dell’Aja del 1996 sulla “competenza, legge applicabile, riconoscimento, esecuzione e cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori”, per riconoscere e regolamentare la kafala: l’istituto giuridico di affido sine die dei bambini musulmani provenienti dai Paesi a maggioranza islamica.

Tutti i Paesi europei hanno ratificato la convenzione del ‘96 per regolare la kafala, l’affido islamico. Tutti tranne l’Italia. “La Convenzione, che oltretutto permette di stringere accordi bilaterali con Paesi in situazioni d’emergenza, è un buon testo, nato per sanare le differenza tra l’affido europeo e la kafala“, spiega Griffini. Secondo le regole dell’affido islamico, il bambino non deve cambiare cognome, nazionalità, e religione, e non diventa figlio della coppia, ma quest’ultima si impegna a crescerlo e ad accudirlo fino ai suoi 18 anni.

Peccato che Roma non l’abbia mai ratificato. Il non riconoscimento della kafala nell’ordinamento italiano, non solo impedisce alle famiglie musulmane che vivono in Italia (secondo il dossier Caritas 2012, i musulmani sono circa 1,6 milioni nel nostro Paese) di ottenere l’affido di un minore musulmano residente nel nostro Paese, ma crea difficoltà anche nel caso in cui la coppia si rivolga a un Paese estero a maggioranza islamica. “Non ottengono il visto, quindi sono costrette ad andare a trovare il loro figlio adottivo nel Paese d’origine quando possono“, spiega Griffini.

Secondo il presidente di Ai.Bi., il tema riguarderebbe 70-80 bambini ogni anno. Numeri che negli scorsi anni hanno molto spaventato la Lega Nord: “È stato il partito che si è opposto con maggiore forza alla firma della Convenzione“. Ora che il ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge ha avuto dal Governo le deleghe per presiedere la Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI), Griffini auspica che il tema possa rientrare nell’agenda politica.Una volta eravamo capifila nella tutela del diritto dell’infanzia, ormai siamo diventati la pecora nera d’Europa“, conclude.