marocco. Ai.Bi. porta avanti un grande progetto di sostegno a distanza

Marocco. Il problema dei bambini migranti: Ai.Bi. mette in atto uno dei più grandi progetti di sostegno a distanza

Da più parti nascono progetti con l’obiettivo di assicurare ai piccoli migranti del Paese nordafricano un migliore accesso ai loro diritti: oggi i minori sono circa il 10 per cento della popolazione che emigra dal Marocco

Tra i progetti più significativi sul terreno, quelli che Amici dei Bambini porta avanti nel Paese dal 1992, attraverso la cooperazione allo sviluppo a favore di bambini e adolescenti orfani o abbandonati. E che dal 2006 consentono di prendersi cura, attraverso l’adozione a distanza, del presente e del futuro dei minori di cinque centri di accoglienza, come parte della Campagna #Africainfamiglia

marocco. Ai.Bi. porta avanti un grande progetto di sostegno a distanzaChe il Marocco sia diventato il crocevia dei fenomeni migratori dei minori stranieri non accompagnati verso l’Europa non è ormai un gran mistero: solo in Italia, secondo dati Istat 2017, vivrebbero oltre 510mila persone. Non solo, ma pur non esistendo dati ufficiali sull’abbandono dei minori nel Paese, ne sono stimati quasi 70mila fuori famiglia, cifra peraltro data in crescita di oltre il 20 per cento ogni anno. Le statistiche date da associazioni della società civile (in particolare INSAF) stimano a 24 i bambini abbandonati ogni giorno, oltre 8.500 all’anno.

Ecco perché sono benvenute idee e progetti concreti che sul campo cerchino di mettere mano a questa ‘piaga’, sforzandosi di garantire ai bambini migranti in Marocco un migliore accesso ai loro diritti. Nei giorni scorsi, in occasione di un atelier tematico internazionale che si è tenuto ad Agadir e che rientra nell’ambito del Forum globale sulla migrazione e lo sviluppo (GFMD), il Ministero delegato dei marocchini residenti all’estero e degli affari della migrazione, l’Unione europea in Marocco e l’Unicef hanno presentato ufficialmente il nuovo progetto Hijra wa Himaya, che ha per obiettivo quello di assicurare ai bambini migranti in Marocco un migliore accesso ai loro diritti. I minori migranti in Marocco rappresentano, infatti, circa il 10% della popolazione migrante, il 35% dei quali femmine.

L’iniziativa, partita a marzo, proseguirà fino ai primi tre mesi del 2021, per un costo totale di 26,7 milioni di dirhams e con l’obiettivo di sostenere 2mila bambini migranti e non accompagnati, compresi i piccoli vittima di tratta. Beneficeranno anche di servizi che saranno rafforzati attraverso Hijra wa Himaya, in particolare nelle regioni dell’Orientale e Tangeri-Tetouan-Al-Hoceima.

Tutto nell’egida della Convenzione Internazionale dei diritti del fanciullo, secondo la quale prioritario dovrebbe essere, nel mondo, l’interesse superiore dei bambini migranti nelle decisioni che vengono prese a loro riguardo. “Il Marocco si è lanciato dal 2013 in una politica migratoria umanista che siamo felici di appoggiare. Oggi ci associamo all’Unicef con Hijra wa Himaya per garantire ai bambini migranti indipendentemente dal loro statuto legale, pari accesso all’educazione, alle cure sanitarie, a una presa in carico sociale e giudiziaria e un alloggio d’urgenza appropriato”, ha dichiarato Claudia Wiedey, ambasciatore dell’Unione Europea in Marocco.

In effetti, il numero di bambini che viaggiano soli attraverso le frontiere è in aumento dal 2010. Il Marocco è chiamato a compiere il suo ruolo crescendo come Paese di destinazione per molti migranti provenienti dall‘Africa subsahariana, specialmente i bambini. Questi bambini sono particolarmente vulnerabili e esposti a forme multiple di violazione dei loro diritti. Più ostacoli impediscono l’integrazione di questi bambini in Marocco fra cui: il problema dell’accesso senza discriminazione ai servizi di base, l’insufficienza delle strutture di protezione speciale (specialmente per l’alloggio) e la persistenza delle norme sociali sfavorevoli nei loro confronti.

Anche Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini porta avanti con convinzione, fin dal 1992, progetti di cooperazione allo sviluppo a favore di bambini e adolescenti orfani o abbandonati. Dal 2006, in particolare, si prende cura in cinque centri di accoglienza, di 717 minori tra zero e 18 anni, 482 dei quali attendono ancora una mamma e un papà ‘a distanza’ che scelgano di adottarli. Per questo, è stata lanciata la Campagna #AfricainFamiglia, con cui questi piccoli in difficoltà possono essere abbracciati e sostenuti nel loro percorso di crescita.