Marocco. Sportello Care Leaver: una storia di successo

Grazie alla sua perseveranza e al costante supporto dello sportello Care Leaver, attivato da Ai.Bi. nell’ambito del progetto co-finanziato dalla UE “Insieme per l’infanzia”, Ahmed, che sembrava destinato a un futuro incerto, è diventato un allievo brillante e pieno di speranza

Il Ramadan si è ormai concluso e il Marocco ha ripreso a pieno ritmo le sue attività. È stato così anche per l’equipe di Ai.Bi., che ha colto la prima occasione disponibile per recarsi presso il suo partner Fondazione Rita Zniber e discutere di persona dello stato di avanzamento delle attività del progetto “Insieme per l’Infanzia”, finanziato dall’Unione Europea e arrivato ormai al suo secondo anno di attività.

I progressi del progetto “Insieme per l’Infanzia”

All’incontro hanno partecipato l’assistente di progetto e gli operatori sociali della Fondazione, che hanno aggiornato su quanto fatto nelle ultime settimane. In particolare, il responsabile pedagogico ha condiviso la storia di successo di uno dei beneficiari dello sportello Care Leaver, ovvero il servizio dedicato a favorire il reinserimento nella società di quei ragazzi che, raggiunta la maggiore età, devono lasciare gli orfanotrofi.
Si tratta della storia di Ahmed (nome di fantasia), un beneficiario della Fondazione Rita Zniber che oggi ha 21 anni. Sin dall’infanzia Ahmed si è dovuto confrontare con tante difficoltà nel suo percorso scolastico, tanto da non essere riuscito a concludere nemmeno la scuola primaria, destando preoccupazioni per il suo futuro fuori dal centro. Purtroppo, come tanti suoi coetanei accolti dalla Fondazione, al raggiungimento della maggiore età, Ahmed non ha lasciato il centro, incapace di provvedere ai suoi bisogni in piena autonomia.
Gli operatori sociali gli sono sempre stati vicini e lo hanno accompagnato per aiutarlo a intraprendere un’altra strada: anche questo è uno dei servizi di cui possono beneficiare i ragazzi che si rivolgono allo sportello Care Leaver del centro. Il responsabile pedagogico, infatti, si occupa di prospettare a ogni giovane i percorsi formativi più accessibili in base al livello scolastico di ciascuno. Mentre era adolescente, Ahmed ha integrato la sua preparazione con un percorso presso un centro di formazione professionale nel campo dei tessuti e del cucito. Un settore, quello tessile, per il quale Ahmed ha mostrato da subito una grande passione che l’ha motivato a continuare il suo percorso formativo per diventare un tecnico nella materia. Grazie al supporto del referente dello sportello, Ahmed ha trovato rapidamente uno stage pre-assunzione presso una fabbrica tessile, che in seguito lo ha assunto a tempo pieno.

Lo sportello Care Leavers per accompagnare i giovani verso l’autonomia

Dopo questa esperienza professionale positiva, le ambizioni professionali di Ahmed si sono fatte sempre più grandi, tanto da iscriversi nuovamente al centro di formazione per specializzarsi in un ramo specifico del settore e, una volta conseguito il diploma, ha continuato ad approfondire le sue conoscenze e la sua formazione.
Grazie alla sua perseveranza, rafforzata dai bei risultati che ha iniziato a collezionare, nonché grazie al costante supporto della Fondazione Rita Zniber tramite lo sportello Care Leaver, Ahmed, che sembrava destinato a un futuro incerto, è diventato un allievo brillante che si distingue fra i suoi coetanei al centro di formazione. Ahmed ora è pieno di speranza e conta di lasciare il centro non appena sarà completamente indipendente.
La storia di Ahmed è un esempio di quanto sia importante il servizio svolto da questo sportello: con il supporto e la motivazione giusta, ogni bambino e ragazzo abbandonato accolto in istituto può tornare ad avere fiducia in un futuro migliore.

Per questo Ai.Bi. continua a sostenere i suoi partner, come la Fondazione Rita Zniber, per garantire il funzionamento dei servizi a sostegno dei Care Leaver.
Chiunque può dare il suo contributo a questi progetti, con una donazione una tantum, oppure aderendo al progetto “Adotta a Distanza i bambini di un orfanotrofio in Marocco”.