Marocco: un barlume di speranza sulla kafala

Venerdì 11 Gennaio, le famiglie marocchine sedute davanti al televisore, guardando il documentario sulla situazione dei bambini abbandonati in Marocco in onda sulla rete marocchina MEDI1Kafala e bambini abbandonati, hanno capito che nel loro Paese vi è un drammatico problema che si sta aggravando di giorno in giorno.

I bambini abbandonati in Marocco aumentano in maniera vertiginosa. I numeri parlano chiaro: secondo un sondaggio condotto nel 2010 per conto dell’associazione Insaf, ogni giorno 153 bambini nascono fuori dal matrimonio e 24 di loro sono abbandonati. Sono circa 8.000 all’anno, in tutto circa 60mila i minori abbandonati in Marocco, che crescono al ritmo annuale del 23%.

Al dramma incombente dell’abbandono, si aggiunge un altro triste problema: quello degli istituti pieni e del loro costo di mantenimento. Ogni istituto ospita circa 200- 300 minori che vivono in condizione di solitudine e disperazione. In più ogni bambino costa, per un istituto, circa 2.000 DH  al mese che corrispondono a circa 200 euro, utilizzati unicamente per soddisfare le sue necessità più elementari.

La recente nota circolare ministeriale con la quale il Ministro della Giustizia Ramid impedisce le kafale ai non residenti stabilmente in Marocco., ha peggiorato ulteriormente la situazione poiché, imponendo il criterio della residenza in Marocco per adottare, limita le possibilità di adozione di bambini abbandonati in questo Stato, soprattutto in un momento in cui i problemi economici degli istituti di accoglienza dei minori sono aumentati.

I rappresentanti di alcune delle più importanti associazioni che gestiscono centri di accoglienza per minori abbandonati su tutto il territorio nazionale, la stessa Ai.Bi. Maroc e la nostra associazione partner di famiglie kafil Osraty, hanno costituito un Collettivo dedicato alla Kafala.

Tale collettivo si propone di ad assicurare un’equa protezione giuridica e un uguale considerazione sociale e morale a tutti i bambini, senza discriminazioni legate alla loro situazione famigliare, conformemente all’articolo 32 della nuova costituzione marocchina promulgata il 1 luglio 2011. Attraverso il Collettivo le associazioni vogliono fare lobby sul governo marocchino, affinché esso proceda ad una revisione dell’attuale legge sulla kafala che – secondo il comune e diffuso punto di vista – non protegge pienamente il bambino makfoul in quanto soggetto di diritto.

Nel frattempo una luce di speranza si è accesa: a Meknes qualche giorno fa è stata data la kafala ad una coppia di americani di origine musulmana. Si tratta del primo caso di stranieri, non residenti, che hanno ottenuto la kafala dopo l’emanazione della circolare.