Maternità surrogata: presentato un disegno di legge per vietarne il ricorso anche all’estero

In Italia la maternità surrogata è già vietata dalla legge. Fratelli d’Italia ha presentato un Disegno di Legge per introdurre la punibilità di tale pratica anche se commessa all’estero

La maternità surrogata (ovvero quella pratica per la quale una donna porta avanti un gestazione per conto di un’altra persona o una coppia che, poi, registrerà il nascituro come proprio figlio) in Italia è già vietata dalla legge, con pene che vanno da 3 mesi a 2 anni di reclusione e multe da 600 mila a 1 milione di euro.
Le cose, però, non stanno allo stesso modo in diversi Paesi del mondo, tanto che, anche dall’Italia, c’è chi si reca all’estero per portare avanti tale pratica, chiedendo poi di trascrivere in Italia atti e sentenze stranieri che riconoscano dalla nascita come figli propri i nati da maternità surrogata al di fuori dei confini.

Da tempo Ai.Bi. è schierata contro la pratica della maternità surrogata

Negli anni non sono mancati i fatti di cronaca che hanno riportato la questione sotto i riflettori, scoperchiando, anche se solo per qualche giorno, ciò che continua ad avvenire nel silenzio dei più.
Ai.Bi. sull’argomento non ha mai taciuto, sottoponendo la questione anche alla Corte Costituzionale e ottenendo importanti riconoscimenti che hanno ribadito, per esempio, come il principio del “superiore interesse del minorenne” vada bilanciato con le esigenze dell’ordinamento alla luce del criterio di proporzionalità, riconoscendo pienamente legittimo lo scopo perseguito dall’ordinamento di disincentivare la surrogazione di maternità, anche per proteggere altri interessi, tra cui quelli dei minorenni globalmente considerati come categoria.

Il ddl che vieta il ricorso alla maternità surrogata anche all’estero

Ora, una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia a firma della senatrice Isabella Rauti e del capogruppo al Senato Luciano Maran, potrebbe sgombrare il campo da ulteriori equivoci, riconoscendo la perseguibilità del reato di maternità surrogata anche se commesso all’estero.
“Le pratiche della surrogazione di maternità – si legge nel testo del Disegno di Legge riportato da Repubblica – costituiscono un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche, che sono trattati alla stregua di merci”. Da qui la volontà di perseguire la maternità surrogata come “reato universale”. Una questione in realtà già presente nel testo base della legge proposto proprio da Giorgia Meloni e adottato dalla commissione Giustizia della Camera nella scorsa legislatura abbinato al progetto di legge di Mara Carfagna.
Fratelli d’Italia, nel presentare il disegno di legge, ha rimarcato come non sia possibile “lasciare i tribunali soli davanti alle problematiche che sempre più spesso si stanno determinando a causa del ricorso da parte di cittadini italiani a pratiche di surrogazione di maternità effettuate all’estero”, insistendo sull’opportunità di colmare quello che di fatto, a oggi, è un “vuoto normativo” con l’introduzione della punibilità di tali pratiche anche se commesse all’estero e ribadendo, così, la contrarietà allo sfruttamento e alla commercializzazione di donne e bambini.