Maxi-piano dell’Unione europea per salvare i profughi

protesta lampedusa 200I vertici dell’Unione europea avevano annunciato il loro arrivo a Lampedusa, spendendo parole importanti. Che ci fosse il rischio di qualche tensione, lo si poteva cogliere già nelle parole del sindaco di Lampedusa, alla notizia del loro arrivo sull’isola. «Per fare le condoglianze, basta una mail», aveva detto Giusi Nicolini. Al primo cittadino si è unita la protesta di decine di isolani, che oggi hanno accolto le delegazioni del Governo italiano e della Unione europea, manifestando la loro rabbia impotente, al grido di «Vergogna!».

Intanto, qualcosa a livello di Unione europea si muove. Il commissario europeo agli interni Cecilia Malmstrom si è impegnata a proporre «agli Stati membri di organizzare una grande operazione di sicurezza e di salvataggio nel Mediterraneo, da Cipro fino alla Spagna». Aggiungendo che chiederà «al più presto le risorse necessarie per salvare il maggior numero di vite possibili». La Malmström ha spiegato che l’operazione sarà guidata da Frontex, l’agenzia di sorveglianza delle frontiere europee.  Un intervento, quello della Malmström che il vice premier Angelino Alfano ha definito “un bel segnale”.

Manuel Barroso, presidente della Commissione europea,  dal canto suo ha evidenziato un altro aspetto: «Le leggi sull’immigrazione, come quella italiana che prevede il reato di clandestinità sono di competenza nazionale». Vale a dire, la Commissione Ue non può intervenire, ma sulla questione degli sbarchi, il presidente della commissione europea  promette: «L’Europa deve fare qualcosa, assicurandosi che i Paesi sotto pressione ricevano la solidarietà di tutta la Ue».

La prima tappa della delegazione europea, accompagnata da Letta e Alfano, è stata la visita alle 289 salme, che finora il mare ha restituito.

Barroso ha ribadito: «Il problema di uno dei nostri Paesi, come l’Italia, deve essere percepito come un problema di tutta l’Europa. Insieme possiamo agire in modo più adeguato. L’Europa non può girarsi dall’altra parte».

Dall’Italia, tanti i politici che hanno chiamato in causa l’Europa per cercare una soluzione ai viaggi della disperazione. Il presidente Giorgio Napolitano ha ricordato che «nessuno può fare fronte da solo alle sfide che stiamo vivendo. Serve uno sforzo comune nei confronti di queste grandissime emergenze che vengono dal sud dell’Europa».

Il ministro dell’integrazione Cécile Kyenge, intervistata da Radio 1, ha sollecitato «una presenza più forte dell’Europa». Perché ha detto: «Le nostre frontiere sono anche le frontiere dell’Europa e le persone che arrivano, non arrivano in Italia ma nella comunità europea». Anche la seconda carica dello Stato, il presidente della Camera Laura Boldrini, a Lampedusa in conferenza stampa aveva detto: «E’ dovere delle istituzioni essere nei posti dove accadono situazioni come queste», aggiungendo: «La politica che vorrei è la politica dell’ascolto e dell’impegno per evitare che questo accada ancora».