Migranti. Da Nord a Sud famiglie italiane in prima linea per una giusta accoglienza dei “Bambini in alto mare”

bam-nuovoDall’Alto Adige alla Sardegna, dal Tirreno all’Adriatico, la voglia di accoglienza delle famiglie italiane non ha confini. Lo dimostra il successo ottenuto anche dagli ultimi incontri informativi sulla campagna Bambini in Alto Mare promossi da Amici dei Bambini in tutte le sue sedi in Italia. Dopo le serate organizzate a Milano, Torino, Bologna, Firenze e Messina, anche gli incontri che si sono tenuti a Roma, Cagliari, Barletta, Salerno e Bolzano hanno fatto registrare il pieno di voglia di aprire le proprie porte ai minori stranieri non accompagnati.

A Salerno e Cagliari va l’Oscar delle città più disponibili all’accoglienza per questa seconda tornata di incontri informativi. Sia nella città campana che nel capoluogo sardo, Ai.Bi. ha incontrato 16 persone, tra coppie, single e aspiranti volontari. Tutti hanno compreso l’importanza di offrire un luogo sicuro in cui vivere e integrarsi agli adolescenti che sbarcano da soli sulle nostre coste alla ricerca di una vita lontana dalle violenze e dalla miseria che hanno lasciato nel proprio Paese. Una giusta accoglienza realizzabile solo se adeguatamente preparati: per questo tutte le famiglie che hanno aderito all’appello di Ai.Bi. si sono mostrate pienamente disponibili a partecipare al percorso formativo sull’affido che Ai.Bi. stessa propone a tutti coloro che intendono aprirsi all’accoglienza temporanea.

A Salerno, in particolare, sono state raccolte anche le disponibilità di 4 coppie che per la prima volta entravano in contatto con la realtà e i progetti di Amici dei Bambini, oltre a quelle di chi è pronto a offrirsi come volontario per aiutare i Misna nel loro processo di integrazione nel nostro Paese. L’incontro organizzato da Ai.Bi. Campania ha avuto anche due ospiti d’eccezione: un volontario dell’associazione “Migranti senza frontiere” che ha descritto ai presenti la propria esperienza di accoglienza dei profughi direttamente sul molo del porto di Salerno, e un’educatrice alle prese quotidianamente con le problematiche legate all’inserimento sociale e all’integrazione dei Misna. Particolarmente toccanti le proiezioni di alcuni filmati in cui le famiglie che tramite Ai.Bi. hanno realizzato l’affido familiare di un giovane migrante hanno raccontato la propria esperienza di accoglienza.

Sono state 5 invece le coppie che hanno partecipato all’incontro informativo proposto a Barletta, dove sono stati gli stessi aspiranti genitori affidatari a richiedere che venisse organizzato un corso di formazione per questo tipo di accoglienza. Una proposta nata “dal basso”, quindi, che lascia intendere come le famiglie italiane siano sempre più consapevoli della preparazione necessaria per una vera giusta accoglienza.

Tra le coppie che hanno preso parte all’incontro di Roma, varie le disponibilità raccolte, tra cui anche quella al sostegno scolastico dei giovanissimi migranti.

Pronte ad attività di volontariato anche le 3 coppie che Ai.Bi. ha incontrato a Bolzano, che si sono dimostrate particolarmente sensibili alla situazione della Siria, probabilmente a seguito delle conferenze che Ai.Bi. ha organizzato sul tema a Bolzano e a Bressanone presso la sede dell’Università. “La paventata chiusura delle frontiere da parte della Germania e dell’Austria – aggiunge poi la referente di Ai.Bi. a Bolzano, Michela De Santirischia di trasformare il nostro territorio in una sorta di tappo, con la conseguente concentrazione di migranti. Coscienti di questo, le famiglie dell’Alto Adige si sono dette pronte a un’attività di sensibilizzazione di altre famiglie sul tema dell’accoglienza”.

Gli incontri informativi realizzati in tutte le sedi italiane hanno avuto lo scopo di far conoscere in modo capillare la campagna Bambini in Alto Mare e i suoi due progetti: Non lasciamoli soli, mirato a garantire un’accoglienza giusta ai minori non accompagnati, alle mamme profughe con bambini e alle famiglie di migranti; e Io non voglio andare via, che intende assicurare ai bambini siriani il diritto di sentirsi a casa nel loro Paese. Progetti sostenibili sia attraverso la disponibilità all’accoglienza o al volontariato che con una donazione libera che si può effettuare chiamando il numero verde 800-224455.