Milano. A pochi km da Expo 2015, si rompe un semplice cavo telefonico: la sede nazionale di Ai.Bi. isolata per 5 giorni dal resto del mondo

cavi telefoniciMancano ormai poche settimane al 1° maggio, quando a Milano si aprirà la grande Esposizione Universale nota con il nome di Expo 2015. Ma mentre la metropoli lombarda si prepara a questo grande evento mettendo in piedi un’enorme macchina organizzativa, a pochi chilometri dalla città, che per 6 mesi sarà la “vetrina dell’Italia”, basta la rottura di un semplice cavo telefonico per mandare a monte il lavoro quotidiano di un’organizzazione internazionale. È quanto sta accadendo in questi giorni ad Amici dei Bambini, la cui sede nazionale, a Mezzano di San Giuliano Milanese, a pochi chilometri da Milano, è completamente isolata dal mondo a causa proprio di un guasto alla linea telefonica.

Nessuna possibilità di contattare telefonicamente i nostri uffici. Lo scambio di e-mail va a singhiozzo ed è possibile in minima parte solo grazie a una sorta di ponte radio realizzato da Ai.Bi. stessa.  Scarsissime quindi le possibilità di comunicare in generale. Enormi anche le difficoltà per aggiornare il sito internet dell’associazione.

Se da un lato è assolutamente comprensibile che un guasto possa sempre accadere, dall’altro non è tollerabile che la Telecom, monopolista “di fatto” dei servizi di telecomuniazione di cui Ai.Bi. si avvale, non sia ancora riuscita a risolvere il problema. Il guasto, infatti, si è verificato venerdì 13 febbraio. Sono passati 4 giorni e la situazione non accenna a migliorare.

In questo modo si impedisce di fatto di lavorare a un’organizzazione non governativa presente in tutto il mondo, anche in contesti di emergenza. Realtà nelle quali non solo i singoli giorni, ma anche i singoli minuti sono essenziali. Perdere tempo, anche poco, potrebbe comportare gravissime conseguenze per le popolazioni coinvolte. Pensiamo all’Ucraina, in cui migliaia di bambini sono in queste settimane – e quindi anche in questo preciso istante – costretti a lasciare le proprie case a causa dei bombardamenti. O alla Siria, dove Ai.Bi. ogni giorno cerca di garantire ai più piccoli il pane e il latte con cui sopravvivere, spazi sicuri in cui studiare e giocare, medicinali con cui curarsi. E come dimenticare l’emergenza sbarchi in Sicilia che vede migliaia di migranti sbarcare sulle coste italiane nel tentativo di fuggire alle atrocità della guerra e della miseria dominanti nei loro Paesi di origine. Tra loro ci sono tantissimi minori non accompagnati. E i tragici eventi di questi giorni in Nord Africa lasciano prevedere un sensibile aumento degli arrivi.

In tutti questi contesti di emergenza, perdere anche un solo minuto comporterebbe conseguenze gravissime. Figurarsi se Ai.Bi. non ha la possibilità di lavorare per giorni e giorni…