Milano. Il Cile non ha risentito della crisi delle adozioni internazionali: l’Italia è il Paese più accogliente

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Il Cile non ha risentito della crisi delle adozioni internazionali. Lo dimostrano i numeri sulla base dei quali nel 2014 sono stati adottati 110 minori nel mondo mantenendo la media registrata negli anni precedenti (dal 2011 al 2013 il trend si è attestato sui 120 circa).

Un risultato di tutto rispetto soprattutto se si considera che si tratta di un trend in netta controtendenza rispetto al calo registrato negli altri Paesi del mondo.

Il segreto? Evidentemente  un’Autorità  centrale adozioni internazionali, il SENAME (Servicio nacional de Menores) che fa un ottimo lavoro a favore dei minori abbandonati promuovendo tutte quelle attività istituzionali e di collaborazione con gli altri Paesi, finalizzati a trovare loro prontamente una casa e una famiglia che li accolga.

Tra tutti l’Italia è il Paese che ha adottato il maggior numero di minori cileni, confermandosi così la realtà più accogliente e con cui il Cile intrattiene il maggior numero di relazioni. Un vanto di cui andare orgogliosi soprattutto se si considera che si tratta di minori che non trovano una possibilità di adozione in Cile.

Proprio il Cile il 19 febbraio è stato l’ “ospite d’onore” di un incontro, aperto ai 7 enti accreditati nel Paese, che si è svolto nella sede dell’Istituto La Casa a Milano alla presenza di Maria Fernanda Galleguillos (responsabile dipartimento adozioni SENAME) e di Josè Miguel Canales (direttore nazionale area protezione diritti minori SENAME). Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati dello studio su 300 casi di adozione internazionale con le famiglie italiane, i dati di adozione internazionale Cile 2014, la pianificazione dell’attività 2015 e si è svolto un seminario sull’adozione internazionale 2015.

Nel corso di quest’ultimo, è stato evidenziato come negli ultimi tre anni nessuna coppia spagnola abbia adottato in Cile, in quanto non sono disponibili ad adottare i minori cileni (giudicati troppo grandi, gruppi di fratelli, special needs…). Viene quindi confermata la tesi che la crisi delle adozioni internazionali in Italia ha altri fondamenti: non certo l’innalzamento dell’età dei minori adottabili o il loro “status” di special need (visto che l’Italia si è sempre distinta per il suo generoso spirito d’accoglienza anche e soprattutto nei confronti dei bambini più grandi e/o gruppi di fratelli) ma la carenza di spinte propulsive e di un’azione politica “costruttiva”

Ai.Bi, Amici dei Bambini, è ente accreditato ad adottare in Cile dal 2007 e la prima adozione risale al 2009: da allora fino ad oggi sono stati adottati circa 60 minori.