Napoli, la generosità non va in crisi: arriva il “pane sospeso” per i bisognosi

pane“Mi dia 4 panini, ma 2 li lascio qui per i bisognosi”. Potrebbe essere questa una tipica ordinazione che i napoletani, in questo periodo di crisi, avranno la possibilità di fare in molti panifici di Napoli e provincia. Con il mese di aprile è partita l’iniziativa “Il pane sospeso”, lanciata da Mimmo Filosa, presidente dell’Unipan, l’associazione panificatori della Campania, in collaborazione con Francesco Emilio Borrelli, componente dell’esecutivo nazionale dei Verdi.

Il meccanismo è semplice: dopo aver comprato il pane, si può decidere di acquistarne altro e di lasciarlo al negozio, i cui titolari provvederanno a donarlo riservatamente a coloro che non possono permetterselo. Il primo panificio ad aver aderito al “pane sospeso” è quello gestito dallo stesso Mimmo Filosa a San Sebastiano al Vesuvio, dove attualmente si sta svolgendo anche un percorso di formazione gratuita per decine di studenti delle scuole superiori che stanno imparando l’arte della panificazione.

“Sono davvero tante le persone che hanno difficoltà – spiegano i promotori del progetto – anche ad acquistare un pezzo di pane. Questa iniziativa vuole aiutarle in modo concreto e saremo anche molto discreti nel fornire aiuto perché molte famiglie si vergognano di manifestare la propria povertà.

“Il pane sospeso” ripropone la formula già collaudata con successo di un analogo progetto centrato sul caffè. Quella del “caffè sospeso” è sempre stata una tradizione consolidata nella città partenopea, celebrata anche da una raccolta di articoli, considerazioni e aneddoti curati dallo scrittore Luciano De Crescenzo. La pratica solidale legata al caffè è stata sperimentata anche all’estero in alcuni bar di Francia, Belgio, Irlanda, Regno Unito, Canada e Argentina. A Napoli è attiva anche un’apposita “Rete del caffè sospeso” che nel 2011 ha proposto un’iniziativa simile anche a Lampedusa. Durante il periodo più intenso per gli sbarchi, molte persone pagarono un caffè sospeso in un bar dell’isola e molti migranti ne beneficiarono.

 

Fonte: Il Mattino