Natale, i miei figli hanno troppi regali. E io provo un autentico disagio

Un Natale per una piccolissima percentuale di bambini felici a fronte di centinaia di milioni di bambini che non hanno nulla.

Mentre continuano i preparativi per le abbuffate di Capodanno e la ricerca spasmodica dei regali della Befana, arriva la riflessione di una mamma, Elisabetta Ambrosi, giornalista de Il Fatto Quotidiano.

“… ricordo che mi fece veramente impressione quel bambino immerso in un mucchio di giochi di ogni tipo”

I pacchetti sono cominciati ad arrivare anche prima di Natale. La baby sitter che partiva e metteva sotto l’albero un libro e un gioco. Amici vari che mi lasciavano piccoli doni per i miei due figli. I parenti che non avrei visto a Natale: altri regali da scartare. E questo è solo l’antefatto…Domattina, poi, c’è Babbo Natale con i regali “veri” … E poi, ovviamente, c’è la Befana, che ormai è diventata una specie di Babbo Natale bis: altro che mandarini, noccioline e caramelle.”

“… ogni volta che li vedo scartare un regalo penso al fatto che loro sono una piccolissima percentuale di bambini felici a fronte di centinaia di milioni di bambini che non hanno acqua potabile da bere, periscono di malattie insignificanti sotto gli occhi dei genitori disperati in zone non raggiunge da nessuno, se non da coraggiose Ong, non scartano nessun regalo o se lo scartano è forse una matita, un pupazzetto, una gomma da cancellare, quando va loro bene. L’enorme sofferenza di questi piccoli mi accompagna sempre, ma durante le feste di Natale ancora di più.

Quello che provo” – confessa Elisabetta – “ di fronte ai regali che ricevono i miei figli, cosa di cui pure dovrei essere felice, è un autentico disagio”.

Una sensazione di malessere”  – continua –  “come se questa enorme quantità di regali fosse qualcosa di stonato. Come in effetti è. 

Il racconto di Elisabetta non fa riferimento, però, solo al Natale e solo ai suoi figli. – “Lo stesso vale ormai per i compleanni. Tempo fa ricevetti la foto di una mamma che per ringraziare dei regali a suo figlio lo ritraeva immerso dei doni. Il pensiero era gentile, ma ricordo che mi fece veramente impressione quel bambino immerso in un mucchio di giochi di ogni tipo.”.

“Qualche amico mi ha suggerito di chiedere ai parenti di non regalare oggetti, ma cosa immateriali. Ma la sostanza non cambia molto… Ciò che davvero vorrei è che tra il bambino più ricco della Terra e quello più povero non passassero miliardi di euro, ma magari centinaia di migliaia. Che ci fossero bambini magari poveri, ma comunque nutriti e non in pericolo di vita e non in zone di guerra, messi in grado di festeggiare, secondo le loro credenze, il Natale o altra festa simile.”

“Fare donazioni aiuta, certo, come aiuta invitare i nostri figli a dare una piccola parte dei loro soldi per un bambino meno fortunato, un gesto per nulla banale o scontato. Ma non è una donazione che cambia il gigantesco, terrificante squilibrio attuale. Il problema resta: si può essere felici quando il mondo intorno a te non lo è? Io credo di no.”

Non è retorica, non è moralismo, non è buonismo, è la verità.” – conclude la mamma giornalista – “Come insegna la meravigliosa favola del Grinch del Dr. Seuss, poi, se togliessimo tutti i regali il Natale, se Natale è, resterebbe. Sarebbe un Natale fatto di affetti, visite a persone e parenti non visti e magari in difficoltà, di contatto e gioco con i propri genitori e magari i propri fratelli. Ecco, i fratelli e le sorelle, naturali o adottati. Un regalo meraviglioso che i nostri bambini non hanno quasi più”.

Un regalo questo che, in parte, qualche genitore – come mamma Sara di Varese – quest’anno ha simbolicamente messo sotto l’albero donando alla sua piccola Giorgia un gesto che si rinnova ogni giorno dell’anno: l’ “Adozione a Distanza” per aiutare tanti bambini che questo Natale non avranno scartato i regali con mamma e papà.

FONTE IL FATTO QUOTIDIANO