Nepal: Ancora troppi baby domestici nelle case delle famiglie agiate

nepal lavoro minorileVent’anni fa il Governo nepalese ha ratificato la Convenzione dell’International Labor Organization (ILO, Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana) per porre fine alle peggiori forme di sfruttamento, ma questo non è bastato per scrivere la parola “fine” a maltrattamenti e speculazioni sui bambini impiegati come domestici.

La situazione della maggior parte dei “baby domestici” è davvero desolante. I piccoli nepalesi sono soggetti ad ogni tipo di abuso, inclusi quelli sessuali, secondo quanto riportano le organizzazioni che si occupano di diritto all’infanzia. Diversi studi mostrano come la maggioranza dei giovanissimi collaboratori domestici, occupati da famiglie benestanti delle città più grandi, siano minori a cui vengono negati anche i diritti più elementari.

Il Governo ha fatto suo lo spirito della Convenzione ILO, che già nel 2003 stimava che la popolazione dei bambini domestici solo nella capitale ammontasse a 21.000, e lo ha integrato nella Costituzione e nelle leggi per la tutela dei minori, ma al momento la situazione del lavoro minorile non risulta migliorata.

Un recente report, presentato all’inizio di giugno da Children and Women in Social Service and Human Rights (CWISH), ha mostrato che la maggioranza dei baby domestici ha un’età compresa tra i 10 e i 14 anni. Il CWIN è un’organizzazione non governativa che lavora per supportare i diritti dei bambini, e aiutare bambini lavoratori, bimbi di strada, minori sfruttati sessualmente, e bambini vittime di violenza.

Lo studio è stato condotto su 347 bambini domestici, di cui 234 femmine e 113 maschi, che frequentano scuole speciali (con orari particolari) in diverse località dell’area di Kathmandu.

Circa il 58% degli intervistati lavora a causa delle difficoltà economiche della propria famiglia, ma “circa il 67% dei bambini domestici dichiara di voler tornare a casa e il 28% desidererebbe sperimentare altri lavori, rileva il report. “Un numero significativo di baby domestici dice di aver molto sofferto per la mancanza della propria madre dopo aver lasciato casa”.

Il rapporto rivela anche che circa il 62% dei minori ha continuato la propria educazione, ma pochissimi hanno ricevuto una corretta e completa formazione. I loro datori di lavoro li iscrivono a scuola solo per dimostrare che rispettano la legge.

I bambini che lavorano come domestici non hanno il permesso di andare regolarmente in classe. Devono passare la maggior parte della loro vita a servire in casa”, ha dichiarato Pradeep Dangol, un operatore del CWISH, aggiungendo: “Spesso i datori di lavoro li obbligano a interrompere gli studi quando vedono che iniziano a passare troppo tempo sui libri”.

Ma la notizia più grave che risulta dal report è che la quasi totalità dei bambini domestici ha subito torture e abusi.

L’atto della Proibizione e Regolamentazione del Lavoro Minorile del 2000, vieta di assumere baby domestici, ma queste regole sono state violate persino dalle persone incaricate di far applicare questa legge. “Anche funzionari del governo, ministri, avvocati, dottori e operatori che lavorano nelle agenzie delle Nazioni Unite, hanno assunto bambini domestici, non rispettando i loro diritti”, ha denunciato Sumnima Tuladhar, direttore esecutivo del Child Workers in Nepal (CWIN).

Tuladhar ha inoltre dichiarato che la maggior parte dei bambini domestici non riceve il proprio salario.Nel corso dell’anno, ci siamo coordinati col Governo, che si sta impegnando molto per porre fine a questa vergogna, ma i risultati purtroppo tardano ad arrivare”.

 

Fonte: myrepublica.com