Non bisogna ridurre il concetto di famiglia a mero accudimento!

Buongiorno,

mi chiamo Maria Rosaria e ho letto la risposta data dalla Dottoressa Lisa Trasforini alla  notizia pubblicata sul vostro sito, riguardante l’adozione di un bambino da parte di due uomini o di due donne.

Il punto principale per me è capire le possibili conseguenze psicologiche che può subire un bambino adottato da due padri o da due madri. Come affermavo nella mia lettera precedente, stiamo riducendo il concetto di famiglia a quello di “accudimento”: questo è il punto focale. Anche un solo genitore, una coppia omosessuale o dei nonni possono “accudire” un bambino ma non possono instaurare con loro una relazione sana che solo una coppia di genitori può dare per una sana crescita psicologica.

Grazie

 

Maria-Elisabetta-RigobelloCara Maria Rosaria,

ho letto con molta attenzione la sua lettera.

È vero, la famiglia non è solo un luogo di “accudimento”, ma è soprattutto uno “spazio” di educazione all’affettività, il luogo di interiorizzazione delle differenti identità che, in maniera naturale, sono veicolate da due genitori eterosessuali, da un padre e una madre che sono due figure sempre presenti nella quotidianità della maggior parte dei bambini.

L’essere adottati da una mamma e un papà coincide con l’idea di famiglia che è maturata nella mente del bambino, e tutto ciò può dare continuità e chiarezza ad un percorso già di per sè complesso, come quello che affronta un minore abbandonato.

La funzione genitoriale, con le distinte competenze e caratteristiche di un papà e di una mamma non è assolutamente sostituibile, neanche da  figure parentali, seppur molto importanti, come quelle di  zii,  o  nonni, che ricoprono un ruolo diverso all’interno del nucleo familiare allargato.

Un saluto

Elisabetta Rigobello

Psicologa di Ai.Bi.