“Non posso mantenerti. Arrangiati”. Così una madre abbandona suo figlio con una falsa promessa e pochi euro

bambino albanese“Amore, io e te ce ne  andiamo in Italia, insieme, a cercare fortuna”. Era cominciata così l’avventura di una madre albanese e di suo figlio 15enne: con una scelta difficile e una promessa. Ma quest’ultima sarebbe stata tradita, aprendo davanti al ragazzino le porte di un incubo: quello dell’abbandono.

Nella loro famiglia i soldi non bastavano, in Albania era difficile trovare un lavoro, il ragazzo è ancora giovane, ma il suo Paese non sembrava offrirgli alcuna prospettiva, mentre in Italia qualche possibilità in più l’avrebbe trovata. Motivazioni che non facevano una piega quelle fornite dalla donna a suo figlio. Il quale, con l’incoscienza di un bambino e la curiosità di un adolescente, ha pensato che sua madre avesse ragione e che, tutto sommato, abbandonare la città in cui era nato e cresciuto non sarebbe stato poi così drammatico. Tanto più che, fino a quel momento, vi aveva vissuto in povertà e senza poter contare sul sostegno di un padre, che non si era mai interessato né a lui né alla famiglia.

Ecco quindi la decisione di partire. Il viaggio in traghetto fino a Bari, con la madre attenta a preparare i documenti uno a uno, passaporti, biglietti, indicazioni. Poi il momento più drammatico: quello della scoperta delle tremenda verità. Al momento dello sbarco nel porto pugliese, il ragazzino, ancora ignaro delle reali intenzioni della madre, inizia a guardarsi attorno, a respirare l’aria di quella città che, nella sua immaginazione, avrebbe potuto rappresentare per lui una rinascita. È in quel momento che sua madre si allontana dirigendosi a passo sicuro verso la stazione dei pullman e compra un biglietto per Treviso.

Uno solo, sì. Per suo figlio. Perché lei non sarebbe ripartita con lui. “Io non vengo con te – gli confessa a quel punto -, lo faccio per garantirti un futuro migliore. Non posso mantenerti – si giustifica -. Ora arrangiati: tieni, questi sono 15 euro, possono servirti. Quando arrivi a destinazione cerca la polizia e chiedi aiuto”.

Poche parole per dire a suo figlio che le loro vite si stavano separando per sempre. Così, mentre lei torna al porto e si imbarca nuovamente per l’Albania, il 15enne, provvisto solo del suo zainetto, sale sul pullman diretto in Veneto. E sprofondando nel sedile si scopre improvvisamente un uomo solo.

Ma è ancora poco più che un bambino. Per questo,dopo una notte di viaggio, giunto a destinazione, prova a seguire le indicazioni che gli aveva dato sua madre. Gira per la città senza parlare con nessuno fino a quando arriva in piazza delle Istituzioni e vede l’insegna della Questura. E i suoi nervi cedono: si siede e scoppia a piangere. Viene notato da uomo che lo soccorre e lo accompagna all’ufficio denunce. Qui gli agenti ascoltano la sua storia e, d’accordo con il Tribunale per i Minorenni di Venezia, lo inviano in una struttura protetta. In attesa che la madre, che ora rischia una denuncia per abbandono, venga rintracciata nel suo Paese di origine.

 

Fonte: Libero