Ogni persona può fare qualcosa per un bambino abbandonato! Noi ci mettiamo la faccia e il cuore. E voi, ci aiutate?

operatori_ssd_gruppoAnahi, Monalisa, Rolando, Rudina, Gideon, Oscar, Alaa, Chanmonix: hanno voluto metterci la faccia. Raccontare che cosa vuol dire lavorare nel mondo di Ai.Bi. come operatori del Sostegno Senza Distanza. Perché lo fanno, la felicità e le difficoltà di combattere ogni giorno per i bambini abbandonati.

Dalla Bolivia al Brasile, dal Perù al Kosovo, dalla Repubblica Democratica del Congo al Ghana, dal Marocco alla Cambogia, i loro visi, i loro sguardi raccontano, insieme alle loro parole.

C’è una curiosa sintonia quando devono dire qual è il lato più coinvolgente e importante del loro lavoro. Con poche, sottili sfumature, ciascuno nella sua lingua dice: “Il sorriso dei bambini”, “la loro felicità”, “quando ti guardano e capisci che sono finalmente a casa”, “riportarli nelle braccia di mamma e papà”…

Quando invece devono dire che cosa li rattrista, ciascuno ha in cuore la sua personale sconfitta, la sensazione di volere – e non potere – fare di più.

Come Oscar che a Goma vede i “suoi” bambini soffrire la fame e rischiare ogni giorno la vita, e allora dice: “Bisogna cambiare mentalità, cambiare la politica, cambiare le istituzioni!”. Come Rolando che si dispera quando “anche uno solo dei ragazzi pensa di non avere un futuro, di non valere niente, e perde la speranza e la luce negli occhi”. O come Rudina che si sente “in gabbia” quando non riesce a trovare una soluzione, “quando non trova le risorse per aiutarli”.

Questi sono i volti di Ai.Bi., gli operatori che, giorno dopo giorno, lavorano nei Paesi perché i fondi dei sostenitori “senza” distanza aiutino ogni singolo bambino a tornare a sorridere e ad avere un progetto di vita e una famiglia.

Questo video è dedicato a tutti i bambini che ancora non hanno un sostenitore. In questo mese di settembre, dedicato da Ai.Bi. a rilanciare con forza il Sostegno Senza Distanza, gli operatori SSD rivolgono un appello “per arrivare al cuore di ogni persona che abbia voglia di far qualcosa per uno di questi bambini, un piccolo abbandonato”. Perché possa sentirsi un po’ meno solo. Perché possa tornare a sorridere.