Pagamenti in nero all’estero? Perché le coppie accettano di farlo?

Salve, ho letto sul vostro sito la panoramica fatta riguardo ai dati pubblicati dagli enti autorizzati. Tutti dovrebbero rendere pubblici i dati relativi a: il numero di mandati ricevuti ed il numero delle revoche di mandati; il numero di coppie che sono riuscite ad adottare; il numero di coppie in attesa e da quanti anni. E poi dovrebbero rendere possibile i pagamenti tramite bonifici bancari, per non dover portare con sé all’estero migliaia di euro in contanti. Bisognerebbe anche rendere pubbliche e dettagliate le spese relative ai viaggi all’estero, in modo da poter comprendere se viene applicata ed in quale entità, una maggiorazione eccessiva sui prezzi di hotel, aerei, spostamenti all’estero. Questi dati dovrebbero essere palesi prima del conferimento dell’incarico e non dopo mesi.

Stefania

 

IRENEBERTUZZIGentile Stefania,

per quanto ci riguarda le coppie che si rivolgono ad Amici dei Bambini  vengono informati dei costi complessivi prima del conferimento dell’incarico e non dopo mesi. Ma immagino che possano esserci casi diversi. Quanto ai dati che Lei indica, concordo nel complesso, ma le faccio presente che alcuni di essi possono essere assai fuorvianti, se letti da non addetti ai lavori. Un esempio. Magari risultano coppie ferma da tanti anni, e allora il dato potrebbe indurre a ritenere che quell’ente lavori male o l’adozione in generale sia un calvario infinito. E invece spesso l’attesa di anni non è legata all’adozione. Capita che arrivi un figlio biologico o che le  famiglie si  blocchino per qualche problema di salute, ecc… Quanto ai soldi in nero, lei spalanca una porta aperta. Neanche un euro pagato ad Ai.Bi. si perde nel sottobosco dei pagamenti non tracciabili. Per fortuna non siamo gli unici a poter vantare questo modus operandi, ma siamo nel settore da troppo tempo per ignorare che purtroppo ci sono enti che accettano pagamenti in nero e invitano le coppie a portare migliaia di euro in contanti all’estero. Ma mi permetta di rivolgere un appello anche alle coppie. Se c’è offerta, è perché c’è domanda. Sono le leggi del ‘mercato’. Certo, gli enti dovrebbero comportarsi come prevedono le linee guida della Cai. La quale dovrebbe vigilare e sanzionare chi agisce in modo scorretto. Ma molto di più possono fare le coppie. L’ultimo anello della catena, o il primo, sono le coppie. Scusi la durezza, ma è rimesso agli aspiranti genitori adottivi, e a loro soltanto, il potere di spezzare certi meccanismi illegali. Se le coppie invece continuano ad accettare di prestarsi a questo andazzo, poi non possono fare le vittime. Non Le pare?

Cordiali saluti,

Irene Bertuzzi

Responsabile Adozioni Internazionali di Ai.Bi.