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Adozione internazionale. I dati del terzo trimestre 2015: i minori adottati con Ai.Bi. crescono del 22,5%. Triplicate le adozioni da Brasile e Bulgaria. Raddoppiano Russia e Perù.

In mancanza di dati globali di tutti gli enti autorizzati, ogni ente deve fare i conti in casa propria. Certo con questa visione parziale è difficile capire in quale direzione stiano andando le adozioni internazionali: stiamo uscendo dalla crisi o no? Per quanto riguarda Amici dei Bambini la ripresa dell’adozione internazionale non è un’illusione. Lo dimostrano i dati che, aggiornati al termine del terzo trimestre del 2015, rivelano una tendenza positiva rispetto allo stesso periodo del 2014.

Più difficile adottare bambini in Calabria

E’ più difficile per le coppie calabresi adottare bambini all’estero. I motivi sono la crisi economica e le procedure troppo complesse. Nell’articolo pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” a firma di Aloi e Veltri, si racconta la storia di Etty e Paolo che dopo lunghe attese e peripezie burocratiche hanno realizzato il loro sogno: adottare il loro piccolo Levi.

Cina. “Adozioni internazionali di gruppo? Ecco perché convengono”

L’unione fa la forza e nel caso delle nostre 8 coppie in Cina mai proverbio è stato più calzante. Questi 16 genitori, chi già con esperienza chi invece alle prime armi con figli e bisogni “primari” si sentono una squadra e si comportano come tale. Perché l’adozione internazionale è anche un collante tra le varie coppie che sono consapevoli di costruire giorno dopo giorno non solo la propria “piccola” famiglia…ma quella molto più grande. 

Padova. Come costruire un sogno per i bambini che hanno “Fame di mamma”? La ricetta di Anna Falchi

Ha voluto parlare come mamma e non solo come vip. Una donna madre che mette al servizio dei più fragili e vulnerabili (i bambini fuori famiglia) la propria notorietà. “Perché essere personaggio famoso è fine a se stesso se non “destinato” anche a fare del bene”. Ne è certa Anna Falchi, madrina della “Family House” di Ai.Bi., che da oggi conta su un alleato in più: la multinazionale L’Oreal Paris che ha deciso di sostenere la prima “Clinica per la cura dell’abbandono” con il progetto “Costruiamo un sogno”.