Pan di Zucchero Ai.Bi. di Monghidoro: addio ad Adriano Monari, instancabile volontario, innamorato della cultura

Il ricordo della figlia: “Era profondamente toccato ed amareggiato dalle storie di disagio economico e sociale dei bambini che trovavano difficoltà ad inserirsi e ne soffriva molto”

Giovedì 7 ottobre è tornato alla casa del Padre, all’età di 83 anni, il professor Adriano Monari, uomo di cultura amato da tutti, vicepresidente dell’associazione Piazza Coperta e volontario, assieme alla moglie Carla, anche lei professoressa, nelle attività del doposcuola del centro servizi alla famiglia “I talenti” di Monghidoro, appartenente alla rete i Pan di Zucchero di Ai.Bi. 

Una vita dedicata allo studio, all’insegnamento ed alla sua famiglia, quella di Adriano Monari. Nato nel 1938, a Mulino del Piattello, frazione di Monghidoro, da una famiglia contadina, di umili origini, ha ben presto dovuto fare i conti con l’asprezza della vita, perdendo il suo papà a soli 6 anni a causa di una mina, dolore al quale ha reagito sviluppando una profonda sensibilità ed una grande passione, quella per lo studio, che l’ha portato, superando innumerevoli difficoltà, prima a diplomarsi e poi al traguardo della laurea. Iniziò subito ad insegnare a Comacchio e dopo pochi anni divenne preside di scuola media, in diversi istituti nei dintorni di Monghidoro.

Una vita dedicata allo studio, all’insegnamento e alla sua famiglia

Giunto al momento della pensione, continuò a diffondere il suo grande amore per la ricerca, lo studio e la cultura, impegnandosi in modo intenso nella divulgazione ed organizzando moltissime giornate culturali a Monghidoro. L’ultimo suo intervento lo tenne proprio pochi giorni fa, il 30 settembre nella conferenza dedicata a Padre Marella, con una relazione dal titolo: “La forza della carità, significato e vita di Padre Marella”.

Il suo desiderio – racconta la figlia Silvia – era quello di portare cultura. Lo faceva in modo mai presuntuoso ma sempre rispettoso, gentile e garbato. Mio padre aveva le sue radici in un paese di montagna e proprio alla gente della montagna e alle persone umili era molto legato. Mi diceva: ‘potrò fare poco, ma anche se solamente rimanesse una frase, un’idea, io mi sento di aver svolto il mio compito’. Era profondamente toccato ed amareggiato dalle storie di disagio economico e sociale dei bambini che trovavano difficoltà ad inserirsi e ne soffriva molto. Proprio per questo svolgeva con tanta passione, assieme a mia madre Carla, che l’ha sempre supportato, donna di cultura anche lei, professoressa di matematica, l’attività di doposcuola, mettendoci tutto il cuore”.

Il professor Adriano Monari era davvero un uomo molto amato. Anche noi di Ai.Bi. vogliamo ricordarlo, con le parole scritte per lui da Silvana Simoni, volontaria del centro servizi alla famiglia Pan di Zucchero di Monghidoro.

…Ciao Adriano

Vorremmo rendere omaggio al caro amico. Adriano, perché la sua partecipazione al doposcuola ci ha accumunati da qualche anno. Io e Giuseppe ci siamo sempre sentiti inadeguati, ma lui faceva di tutto per darci la carica. Rispetto ad un insegnante, ricercatore e ad un ex preside, uomo di profonda cultura, ci sentivamo grati per la sua costruttiva e attiva partecipazione, sempre inscindibile dalla sua cara Carla.

Quando un amico se ne va, rimani con il fiato sospeso…avresti voluto salutarlo…avresti voluto dirgli grazie!

Grazie Adriano perché in te la cultura profonda non era arida ma accompagnata da una grande umanità, una spiritualità che traspariva dal tuo accettare i fratelli, i fragili nel loro essere creatura divina.

Ciao, non siamo riusciti a salutarci, ciao a nome di tutti i ragazzini del centro, che hai accolto senza creare limiti dovuti alla diversità, che hai valorizzato come tesori con i loro talenti non sempre espressi, che hai coltivato facendoli sbocciare con la pazienza di un bravo giardiniere che aspetta il fiore raro nel tempo che verrà.

Infinitamente grazie e ciao…ci rivedremo un giorno, nello spazio dell’eternità.

Un abbraccio dai bambini, dalle loro famiglie, dai volontari ed educatori dei “talenti”.