Patto per la terza età: il governo approva la riforma che aiuta gli anziani

Oltre un miliardo di euro per garantire sostegno e dignità agli anziani. La novità principale è la prestazione universale, che dal 2025 aumenta l’assegno di accompagnamento per i non autosufficienti più bisognosi fino a un massimo possibile di 1380 euro

Il governo ha approvato il decreto legislativo che attua la legge 33/2023 sul “Patto per la terza età”, una riforma che mira a garantire una vita dignitosa e attiva agli oltre 14 milioni di anziani italiani, di cui 3,8 non autosufficienti. Il provvedimento stanzia oltre un miliardo di euro per i primi due anni e introduce in via sperimentale una “prestazione universale” per i casi più gravi e bisognosi.
La riforma si basa su due pilastri: da un lato, la promozione del mantenimento in salute e dell’integrazione sociale degli anziani, attraverso progetti in vari ambiti, come il lavoro, il turismo, l’abitazione, la prevenzione sanitaria e l’alfabetizzazione digitale; dall’altro, la creazione di un sistema di sostegno personalizzato e multidimensionale per le persone che soffrono di una o più cronicità o di una disabilità.
La novità più rilevante è la “prestazione universale”, una misura che consiste nell’aumento di circa il 200% dell’importo dell’assegno di accompagnamento per i non autosufficienti più anziani e più gravi, con maggiori difficoltà economiche. Si tratta di una sperimentazione che coinvolgerà circa 300 mila persone e che prevede una prestazione graduata in base al bisogno, a scelta del cittadino.
Il decreto legislativo è il frutto di un lungo lavoro dei ministeri competenti, in linea con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha chiesto all’Italia di dotarsi di una normativa simile a quella di altri Paesi europei, come la Francia e la Germania. Tuttavia, per completare la riforma, saranno necessari ulteriori decreti e risorse, che dovranno essere reperite nei prossimi anni. Si stima che per l’intera legislatura serviranno fino a 7 miliardi di euro.