mamma: è lei con i suoi bambini al centro del progetto che Ai.Bi. ha lanciato su Aviva

Famiglia. Il progetto ‘Viva la Mamma’ di Ai.Bi. inserito sulla piattaforma di crowdfunding sociale di Aviva. Per votarlo c’è tempo fino al 29 marzo

Le iniziative che Ai.Bi., insieme al partner AIBC, porta avanti nella propria Family House, hanno bisogno del supporto del maggior numero possibile di persone per poter continuare a offrire casa, cura, protezione, ascolto, supporto e fiducia a mamme fragili con i loro bambini

Per votare basta registrarsi sul sito www.avivacommunityfund.it e scegliere come distribuire i 10 voti a propria disposizione. I 21 progetti più votati (7 per ogni categoria) accederanno alla fase finale

mamma: è lei con i suoi bambini al centro del progetto che Ai.Bi. ha lanciato su AvivaCasa, cura, protezione, ascolto, supporto, fiducia: è tutto ciò di cui hanno bisogno le donne che, rese fragili da povertà, maltrattamenti, esclusione sociale e lavorativa, rischiano di abbandonare i loro figli. Ecco perchè Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, insieme al partner AIBC, ha scelto di operare concretamente per creare una struttura nella quale fosse possibile prevenire l’abbandono e sostenere, nel contempo, la maternità di queste donne, attraverso il mantenimento e il rafforzamento di una relazione sana mamma-bambino.

Ed è proprio attraverso la propria Family House che Ai.Bi. porta avanti queste iniziative: un luogo di accoglienza, cura del dolore e sostegno che raccoglie storie di mamme e figli in difficoltà che, affiancate da educatori professionisti, ritornano donne e madri in grado di affrontare la vita con il proprio bambino in modo totalmente autonomo. Ora, per poter sostenere quello che fino ad oggi è stato costruito si può votare e contribuire anche online, attraverso la piattaforma di Aviva Community Fund. Per votare basta registrarsi sul sito www.avivacommunityfund.it e scegliere come distribuire i 10 voti a propria disposizione. I 21 progetti più votati (7 per ogni categoria) accederanno alla fase finale, dove una giuria imparziale decreterà i 10 vincitori delle donazioni. C’è tempo fino alle ore 18 del 29 marzo.

Il progetto di Ai.Bi. si chiama ‘Viva la Mamma’ e ha come obiettivo l’inserimento lavorativo di queste giovani madri, promuovendone l’accesso a percorsi di formazione e orientamento professionale, nella consapevolezza che l’autonomia lavorativa ed economica rappresenti una condizione necessaria per l’emancipazione piena del nucleo e la costruzioni di un percorso di vita familiare stabile e serena. Si punterà ad accrescere la loro autostima per una maggiore consapevolezza dì sé e delle proprie risorse e all’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Gli ambiti di formazione saranno scelti dalle mamme in base alle loro capacità e con la guida dalle educatrici, che le accompagneranno e supporteranno nella definizione del loro profilo professionale e nella scelta del percorso formativo prima e dell’occupazione poi, affinché si riconoscano gradualmente ‘imprenditrici’ di sé stesse. Quale parte integrante del percorso verso l’autonomia, saranno previste attività educative e ricreative volte al rafforzamento della relazione mamma-bambino per una maggiore consapevolezza del proprio ruolo sia all’interno del nucleo familiare che nella società.

I beneficiari diretti dei contributi che potrebbero giungere per il progetto, attraverso la piattaforma di crowdfunding Aviva, sono 12 nuclei mamma-bambino, ospiti delle 5 strutture di accoglienza della ‘Family Home’, per un totale di 12 mamme e 16 minori. Si tratta di madri con un passato di povertà ed esclusione sociale, spesso vittime di violenza domestica, che faticano a relazionarsi positivamente con se stesse e con i propri figli. Donne, non a caso, che ancora convivono con una scarsa autostima e che, nella maggior parte dei casi, non hanno un titolo educativo spendibile per l’inserimento lavorativo. Da qui, la necessità di accrescere le loro competenze personali, oltre che genitoriali, in modo da consentire loro di poter tornare più presto possibile alla normalità della vita, anche attraverso la ‘molla’ importante del lavoro.