Quando parlate di “accoglienza del cuore” cosa intendete?

Buongiorno,

leggo alcune vostre news sul sito che parlano di “accoglienza del cuore”. A cosa ci si riferisce?

Marco

Caro Marco,

Nella concezione di Ai.Bi. – Amici dei Bambini esistono tre tipi di accoglienza per i bambini che, nel mondo, vivono fuori famiglia o in situazioni di grave difficoltà famigliare. Queste sono: l’adozione internazionale, l’affido e, appunto, quella che chiamiamo “accoglienza del cuore”. Vale a dire l’adozione di un minore a distanza.

Mentre le prime due forme di accoglienza sono più complesse e richiedono un impegno veramente importante, l’”accoglienza del cuore” la chiamiamo così perché è alla portata di tutti. Tuttavia anche questa richiede grande serietà: non può essere vissuta come una semplice donazione, come purtroppo traspare da molti messaggi promozionali che invitano a donare cifre sotto i 10 euro e basta. No, qui si chiede l’inizio di una relazione di dono. Si tratta, anche, di dare una disponibilità a ricevere: dall’altra parte c’è un minore, un bambino o un ragazzo che entra in relazione con noi, contento che qualcuno si stia interessando a lui. Se poi è un minore abbandonato, l’accoglienza del cuore ha un duplice effetto: oltre al sostegno materiale (scuola, alimentazione e altro) permette lo svilupparsi, nel minore, di un profondo sentimento, forse mai conosciuto prima, in grado di incidere profondamente sulla sua autostima: “Ah! Se qualcuno si interessa a me, allora anch’io valgo qualcosa: allora vale la pena pensare al mio futuro. Forse un giorno anch’io riuscirò a fare qualcosa di buono”.

Un pensiero che, per il sostenitore a distanza, può ripagare davvero ogni sacrificio fatto per quel bambino così lontano ma, nel contempo, così vicino. Al cuore, appunto.

Staff Ai.Bi.