Radio 24. Adozioni, la paralisi del governo sulle spalle delle famiglie. I genitori “Abbiamo inondato la CAI di telefonate ed email…ma nessuno ha mai risposto”

adozioni-internazionaliVederli crescere via skype non è una bella cosa. Non è quello che ti auguri quando adotti un bambino. Soprattutto non sai cosa rispondere quando tuo figlio ti chiede da un computer a migliaia di chilometri di distanza ‘Papà quando vieni a prenderci?’ E tu rispondi con uno straziante ‘Presto’ sapendo che però stai mentendo”.  A parlare è Lorenzo Passeri uno dei tanti papà adottivi, componente del Comitato genitori adottivi della Repubblica democratica del Congo intervistato da Valentina Furlanetto che ha realizzato per Radio 24 un’inchiesta Adozioni, la paralisi del governo sulle spalle delle famiglie andata in onda il 28 marzo 2016.

Con mia moglie abbiamo adottato due fratellini – continua Passeri – un maschietto e una femminuccia. Dal 13 settembre 2013 portano il nostro cognome, ma sono ancora bloccati in Congo. La stanzetta che ben 900 giorni fa abbiamo arredato per loro è ancora vuota. Quando li abbiamo adottati avevano rispettivamente 6 anni e mezzo e 3 anni e mezzo: ora ne hanno 9 e 7. Chi ci restituirà questi anni persi?

E il dramma è che non si quanto tempo ancora passerà prima che i due fratellini saliranno su quell’aereo che li porterà dalla loro mamma e papà. Abbiamo inondato la Cai (commissione adozioni internazionali) di telefonate ed email – precisa Passeri – a cui non è mai stata data una risposta. Quello che chiediamo è: dateci un riferimento temporale!!!”

La giornalista di Radio24 ha intervistato anche Elena Agnelli, mamma adottiva che dopo aver presentato domanda per adottare in Kenya ha dovuto cambiare Paese: Haiti. “A causa dell’immobilismo della Cai – racconta – l’ente al quale ci eravamo inizialmente rivolti, non ha ottenuto il riaccreditamento in Kenya. E così sono passati gli anni, nel frattempo il Kenya ha chiuso le adozioni internazionali e noi siamo stati costretti a ricominciare tutto daccapo in un altro Paese: Haiti. Con ulteriore esborso di soldi: 5 mila euro per il Kenya e altri 15 mila per Haiti”.

In un mese Elena Agnelli ha mandato “almeno una quarantina di email – precisa – : non ha mai risposto a nessuna di queste”.

Ai microfoni di Radio24 a puntare il dito contro la Cai è anche Melita Cavallo, che è stata presidente della Commissione dal 2001 al 2004  e ora presidente del Tribunale per i minorenni di Roma. “Ho avuto necessità di interloquire con la vicepresidente Silvia della Monica – racconta – per dei casi di adozione delicati. Non sono mai riuscita a parlare con lei. E’ una cosa del tutto anomala che un presidente di Tribunale non riesca ad avere dei contatti con la vicepresidente/presidente della Cai”.

A causa dell’immobilismo della Commissione, l’Italia era un paese virtuoso per le adozioni internazionali, ora registra numeri in calo (il 50% in meno rispetto agli anni d’oro, 2010-11) mentre le criticità aumentano.

La commissione non si riunisce da 2 anni– spiega Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini – non prende provvedimenti, non apre nuovi Paesi, non aggiorna i dati relativi agli ingressi dei minori in Italia, i minori adottabili, non porta avanti ne’ stila accordi bilaterali. Insomma è la paralisi completa. E’ come una macchina le cui ruote sono gli enti autorizzati, ma senza motore: una macchina che va a spinta”.

Una commissione ferma al palo nonostante i 23 membri  – come commenta la giornalista di Radio24 – continuino a prendere lo stipendio”. 

Ospite “assente” nel servizio di Radio24, la vicepresidente/presidente Della Monica che si è sottratta a qualsiasi confronto. Come infatti commenta la stessa giornalista nel servizio “avremmo voluto fare delle domande alla vicepresidente Della Monica ma non è stato possibile raggiungerla” e in sottofondo si sente la voce registrata del centralino della Commissione adozioni internazionali che invita a restare in attesa

Come in attesa sono le coppie che hanno concluso l’iter adottivo ma i cui bambini sono ancora nei loro Paesi d’origine, e in attesa come gli stessi Paesi esteri che hanno gli istituti pieni “e che ci chiedono di aumentare le coppie disponibili all’adozione – precisa Griffini – come il Perù che ci ha chiesto di  raddoppiare le coppie o la Bolivia che ha gli istituti al collasso. Ma noi Enti se da soli non possiamo fare nulla, se non ci autorizza la Cai non possiamo prendere iniziative: così i bambini continuano a sognare una famiglia”.

E allora che fare? Una veloce soluzione contro l’inefficacia della Cai? Per il presidente di Ai.Bi. si potrebbe “affidare questa commissione al ministero degli Affari esteri, così da favorire i rapporti bilaterali con gli altri Paesi e aumentare le possibilità di accoglienza”. Clicca qui per ascoltare la versione integrale del servizio andato in onda il 28 marzo 2016.