Rapporto Ocse: in Italia il flusso migratorio dal nord Africa è in crescita esponenziale

barcone 200Nel 2013 l’Italia è stata investita da “nuova consistente ondata migratoria”. Lo afferma  il Censis nel contributo italiano al Rapporto Ocse “International Migration Outlook – Prospettive sulle migrazioni internazionali”, la cui edizione 2013 è stata presentata il 9 ottobre a Roma nel Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).

Con l’inizio delle rivolte nei Paesi del Nord Africa – osserva il Censis – i flussi irregolari verso l’Italia sono cresciuti in maniera considerevole: nel 2011 sono giunte in Italia 62.692 persone, contro le 4.406 del 2010. Provenivano per lo più da Libia e Tunisia e sono sbarcate a Lampedusa. Dopo una flessione registrata nel 2012 (15.570 persone), nei primi otto mesi del 2013 si registrano già 21.241 migranti, di cui oltre la metà arrivati nei mesi di luglio e agosto. Quindi  nei primi otto mesi, la crescita rispetto a tutto il 2012 è stata del 136%.

La presenza dei profughi siriani in Italia, secondo il Rapporto dell’Ocse, resta relativamente modesta. La maggior parte dei richiedenti asilo è di origine somala, eritrea, nigeriana, pakistana o afghana.

Commentando i dati per Radio Vaticana, il professor Antonio Golini, docente di sviluppo sostenibile e flussi migratori presso l’università Luiss di Roma, afferma:  «Il Mediterraneo è diventato un muro che divide popoli e nazioni. Bisogna creare un’area di libero scambio che inglobi Paesi europei e nordafricani». Che aggiunge: «Il muro è evidente, perché divide il benessere dal malessere economico, una piena libertà civile e politica che abbiamo a Nord del Mediterraneo da condizioni sociali e politiche non di pieni diritti, come l’intendiamo noi. Effettivamente è proprio un nuovo muro – io dico – perché è simile a quello che si aveva nella cortina di ferro, quando c’era l’Ovest e l’Est europeo».

La crisi economica incide sui flussi migratori: nel 2012 sono diminuiti i permessi di soggiorno rilasciati dall’Italia a cittadini non comunitari. Se ogni anno, tra il 2008 e il 2010, il loro numero superava quota 500 mila, nel 2012 si sono fermati a 246.760, con un calo del 25% rispetto al 2011 (331.083) e del 58% rispetto al 2010.

La contrazione – si legge nel rapporto – “deve essere attribuita in massima parte alla forte diminuzione dei permessi rilasciati per motivi di lavoro. Il loro numero si è ridotto dell’81,4%, passando dagli oltre 359 mila del 2010 ai 119.342 del 2011 e infine ai 66.742 del 2012″. Più numerosi invece i permessi rilasciati per ricongiungimento familiare: 119.745, pari al 48,5% del totale (43% nel 2011; 30% nel 2010). Il Paese che più ha beneficiato dei permessi di soggiorno nel 2012 è la Cina, con 25 mila nuovi permessi pari al 10,1% del totale.

In generale, nel 2012 è cresciuto fino al 13,8% (15,6% per le donne, 1,5 punti percentuali in più rispetto al 2011) il tasso di disoccupazione tra i lavoratori nati all’estero (11,6% nel 2011), anche se in valori assoluti il numero di occupati stranieri è salito, “seppure a ritmi più contenuti rispetto al passato”: +2,9%, sfiorando i 3 milioni. A metà 2013 gli stranieri che svolgono un’attività imprenditoriale in Italia sono 399.093: +3,6% rispetto all’anno precedente (385.239 persone nel 2012).