Ritorna l’allarme Covid: rischio zona arancione per otto regioni

L’aumento dei ricoveri e dell’occupazione delle terapie intensive spinge 8 regioni verso la zona arancione, che comporta ulteriori limitazioni per chi è senza Green Pass o con Green Pass base

Per un po’ sono rimasti sottotraccia, anche perché, di fatto, alcune decisioni del governo hanno annullato le principali differenze inizialmente previste (per esempio sull’utilizzo delle mascherine). Ora, però, con l’aumento continuo dei contagi a causa della variante Omicron, i colori delle regioni tornano d’attualità. Non tanto per quanto riguarda il “giallo”, che, come detto, ormai non prevede differenze sostanziali rispetto al bianco, quanto per l’arancione: una sogli di rischio verso la quale si avvicinano a grandi passi ormai ben otto regioni, su tutte Piemonte, Sicilia, Calabria e Liguria. Le ordinanze attese per la settimana dal 17 al 24 gennaio potrebbero coinvolgere anche la Valle d’Aosta, mentre un po’ più di margine hanno ancora Veneto, Lombardia e Lazio, anche se per tutte il rischio arancione è piuttosto concreto.

Ricoveri e terapie intensive: è allarme “zona arancione”

La prima cosa da dire, come ha sottolineato l’immunologo e membro del Cts Sergio Abrignani a Radio Capital, è che della circa 1600 persone attualmente in terapia intensiva il 65%-70% sono non vaccinati. Ergo, se tutti avessero fatto il vaccino, ogni regione sarebbe bel lontana dalla soglia di rischio che porta al “colore arancione”.
I conti, però, bisogna farli con la realtà e, dunque, come riporta il Quotidiano Nazionale, la realtà è che: “Il tasso di occupazione dei reparti non critici è salito al 27%, mentre anche le rianimazioni continuano a crescere – anche se più lentamente rispetto ai ricoveri – e hanno toccato il 18%”.
Ricordiamo che per entrare in zona arancione i parametri da superare sono tre: un’incidenza di 150 casi per 100mila abitanti; una soglia di posti letto occupati nei reparti ordinari del 30%; una soglia di posti occupati in terapia intensiva nel 20%.
Il Piemonte, secondo gli ultimi dati, ha già oltrepassato due parametri su tre, mentre Calabria, Sicilia e Liguria sono oltre la soglia di ricoveri ma al limite per le terapie intensive.
Segue, come detto, la Valle D’Aosta, che ha una percentuale di ricoveri ordinari molto alta, ma le terapie intensive al 18%. Situazione inversa, invece, per Marche e Friuli, già oltre il limite delle rianimazioni ma ancora in linea con il numero dei ricoveri ordinari e apparentemente più tranquille.

Rischia anche la Lombardia, come apertamente ammesso dal Presidente della Regione Attilio Fontana. Per scongiurare il rischio zona arancione, però, si sta pensando di scorporare dal conteggio quelle persone ricoverate il ospedale per motivi diversi dal Covid che si sono scoperte positive (ma asintomatiche) solo una volta eseguito il tampone di routine per entrare in ospedale. La situazione è simile anche per il Lazio e il Veneto.

Cosa comporta l’ingresso in zona arancione

Le regole della zona arancione non cambiano rispetto alla zona gialla per chi ha il Green Pass rafforzato, ovvero ottenuto tramite completamento del ciclo vaccinale o guarigione dal Covid. Chi ha il Green Pass base, invece, ottenibile tramite tampone, non può più accedere ai centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, ai corsi di formazione in presenza e non può praticare sport di contatto. Chi è senza Green Pass del tutto, ha diritto agli spostamenti unicamente per motivi di lavoro, salute e necessità. Senza, però, poter prendere i mezzi pubblici.