Roma. Camera dei Deputati. “Dalla Siria all’Italia: bambini migranti in fuga dalla guerra. Le nuove sfide della cooperazione in Siria e l’appello di Ai.Bi. per una accoglienza family to family in Italia”. Ecco perché Amici dei Bambini costruisce un ospedale dentro la roccia

camera-dei-deputati350“Dalla Siria all’Italia: bambini migranti in fuga dalla guerra. Le nuove sfide della cooperazione in Siria e l’appello di Ai.Bi. per una accoglienza family to family in Italia” questo il delicato tema che è stato oggi, 03 ottobre, oggetto del convegno, organizzato da Ai.Bi (Amici dei Bambini) che si è svolto alla Camera dei Deputati in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.

Quale migliore occasione, dunque, per parlare il dramma dei Misna, minori stranieri non accompagnati, e dell’esigenza di abbattere le barriere della diffidenza, costruire un mondo più accogliente con la ‘giusta accoglienza’, quella del family to family? Ma non solo: nel corso del convegno si è parlato anche del dramma che ogni giorno da 6 anni vivono i donne e bambini siriani e degli interventi di prima e seconda emergenza, sostegno alimentare e protezione dei minori messi in campo da Ai.Bi fino alla costruzione del primo ospedale pediatrico in condizioni di assoluta sicurezza, dentro una collina nell’ottica della promozione dell’aiuto in loco delle popolazioni vittime di guerra in Siria (dove Ai.Bi è presente da tre anni) e della nuova sfida di Ai.Bi: realizzare un ospedale pediatrico nella roccia.

L’ospedale non sarà visibile all’esterno e quindi non “raggiungibile” dalle bombe e da attacchi aerei. “In una posizione strategica, raggiungibile da circa 450.000 civili, tra mamme e bambini – ha raccontato Giacomo Argenton, project Manager in Siria di Ai.Bi. – l’ospedale si svilupperà su una superficie di circa 2000 mq scavati nella roccia e 300 mq fuori, offrendo servizi di emergenza, così come reparti di pediatria, ginecologia e servizi ostetrici per 300 pazienti al giorno. I posti letto disponibili saranno 35 e sono previste 19 incubatrici. I lavori sono cominciati, abbiamo iniziato a scavare al fine di realizzare un progetto importante che fornirà assistenza sanitaria a donne e bambini e alla comunità intera”.  Per rendere tutto ciò realtà, Ai.Bi ha lanciato la campagna sms solidale a favore del progetto “Bambini in Alto mare”: fino al 3 ottobre, si può  inviare un sms solidale da 2 euro o effettuare una telefonata da 2 o 5 euro da rete fissa al numero 45507.

Diversi i relatori che si sono alternati. Tra gli altri, Mario Sberna (XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati); Aldo di Biagio, (Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani); Silvia Stilli, portavoce dell’AOI, (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale); Mohamed Zouaoui regista di “Farida” sezione eventi collaterali – MigrArti – MiBACT

Per quanto riguarda l’accoglienza dei  Msna, l’approccio family to familyha detto Mario Sberna, componente della XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati – è un ingrediente necessario per risolvere la questione della migrazione. La cultura della prossimità e del rispetto dell’altro non sono ideali ma pratiche quotidiane che vanno vissute. Accogliere un minore straniero nella propria casa, andare in Siria ad aiutare quanti sono sotto le bombe, significa vivere nel concreto questa quotidianità con determinazione e pazienza. E posso constatare come le famiglie italiane siano davvero famiglie pronte ad un cambio di passo. Ora occorre che le istituzioni si facciano interpreti di questa capacità di visione e di integrazione”.

Per Di Biagio, “La tutela dei diritti umani in generale, dei bambini e degli adolescenti deve superare ogni logica partitica. Anche alla luce dell’approvazione del recente Piano Nazionale per l’Infanzia e l’adolescenza occorre che la tutela di tutti i minori, inclusi i Msna (minori stranieri non accompagnati), passi per un lavoro integrato e di sistema, tra istituzioni, associazioni e cittadini responsabili e da una politica che sappia avere un orizzonte ampio, che tenga conto della necessità di azioni che toccano la politica estera, europea e nazionale”.

“Cambiare passo significa superare la mera dichiarazione della necessità di creare una rete – ha aggiunto – ma di creare concretamente una rete dove siano protagonisti il sapere condiviso, il dialogo, e la progettazione partecipata. Solo attraverso il coinvolgimento e la consapevolezza di ogni realtà possiamo generare impatto sociale e non lasciare abbandonate a se stesse le buone prassi, che vengono anche dal mondo dell’associazionismo, proprie generalmente di chi ha il coraggio di andare avanti anche in battaglie dure e solitarie, in nome della legalità, per costruire un futuro da consegnare ai nostri figli”.

Sul tema è intervenuta anche Silvia Stilli, portavoce dell’AOI.

In un’Europa caratterizzata da muri e fili spinati – ha detto –, da barriere culturali erette in nome dell’intolleranza, la violenza della guerra nelle immagini e nelle storie non sembra suscitare reazioni umanitarie e solidali. Resta al singolo, al gruppo, alla comunità l’indignazione e la volontà di reagire. Con coerenza e costanza. Bene l’iniziativa di Ai.Bi, come testimonianza e come proposta. Come AOI stiamo lavorando col Ministero degli affari Esteri e Cooperazione Internazionale, all’interno del Consiglio Nazionale della Cooperazione allo sviluppo, affinché possa esserci una cooperazione che tenga conto della coerenza delle politiche e dunque di un allineamento sempre più operativo tra politica estera, politica interna del nostro Paese e politiche europee” .

Nel corso della conferenza stampa è stato trasmesso anche un video messaggio dell’on Alessandro Pagano II Commissione (Giustizia) della Camera dei Deputati “le famiglie e le associazioni familiari – ha detto nel video messaggio – sono una grande risorsa della società. Loro possono garantire quella giusta accoglienza di cui si fa promotrice Ai.Bi con il principio del family to family: in questo modo un minore può ricevere quell’apporto morale e umano necessario per una sua completa integrazione”.

 Ad apertura della conferenza stampa è stato trasmesso un estratto del cortometraggio “Farida” di Mohamed Zouaoui, presentato al Festival di Venezia. Il cortometraggio racconta la storia di una bambina siriana diabetica che muore durante la traversata insieme al padre.

Sono molto lieto di questo incontro con Ai.Bi – ha raccontato l’attore e regista Zouaoui – e di poter essere testimonial del progetto ‘Bambini in alto mare’ che è un naturale collegamento con la storia di ‘Farida’. Da parte mia ci sarà tutto l’impegno per abbattere le barriere della diffidenza e per fare in modo che insieme ad Ai.Bi potremo costruire un mondo più accogliente e senza indifferenza

Il cortometraggio racconta le storie vere e parallele di due figli: una mancanza di integrazione e un’integrazione di successo nella nostra società. La prima storia parla di una ragazza siriana di nome Farida che, gravemente malata di diabete, muore su una barca durante la traversata dello Stretto di Sicilia a causa dei contrabbandieri senza scrupoli che gettano le sue medicine in mare. La seconda storia parla di un ragazzo rom che arriva in Italia nel mese di settembre e qui frequenta la scuola primaria con gli altri bambini italiani senza conoscere una parola di italiano. Lentamente riesce ad integrarsi.

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