Roma. Le “Case famiglia” rischiano di chiudere: troppa sproporzione fra le rette e i costi effettivi

L’allarme è lanciato da Confcooperative Roma. Uno studio rivela che il costo giornaliero per ogni ospite a disabilità semplice equivale a 219 euro. Il Comune però ne risarcisce meno della metà

Confcooperative Roma ha segnalato l’enorme sproporzione tra il costo reale e giornaliero di una casa famiglia, che sostiene chi la gestisce, e quello che viene elargito dal Comune di Roma.
Sul territorio romano sono presenti circa 60 case famiglia per circa 400 persone assistite. In ciascuno di questi luoghi vivono un massimo 8 persone che ricevono assistenza fisica ma anche psicologica da operatori sanitari.

Lo studio sulle case famiglia

Nello studio presentato da Case al Plurale, coordinamento delle case famiglia di Roma e del Lazio, rivela che il costo giornaliero per ogni ospite a disabilità semplice equivale a 219 euro. Il Comune però ne risarcisce meno della metà.
A rincarare la dose il fatto che il dato di quanto deve essere dato dalle Istituzioni non venga mai aggiornato. Soprattutto in un momento come quello attuale, con l’aumento dell’inflazione.

Il rischio per le case famiglia

Già qualche anno fa, i gestori delle case famiglia avevano portato avanti una protesta, gettando simbolicamente le chiavi nella fontana di Trevi. E ora Marco Marcocci, Presidente di Confcooperative Roma, dichiara che le case famiglia “sono praticamente tutte a rischio chiusura, lo si capisce facilmente a tenerle in piedi ormai da troppo tempo sono i privati che le gestiscono, ma che possono farlo attraverso le donazioni delle persone, che per fortuna esistono ma sulle quali non si può fare troppo affidamento perché oggi ci sono, ma domani chi può dirlo?”.
Per andare incontro l’emergenza l’amministrazione Gualtieri che avrebbe aumentato la retta giornaliera per ogni ospite di 7 euro. Siamo però ancora lontani da quanto necessario a coprire la differenza.
La speranza è che il Comune intervenga con scelte più radicali che tengano conto dei bisogni delle persone più fragili.