Roma, “danno endo-familiare”: per il giudice il padre dovrà risarcire la propria figlia in quanto ingiustamente “abbandonata”

Il Tribunale di Roma l’ha ribattezzato “illecito endo-familiare”: un padre che si disinteressa totalmente della figlia, al punto da negargli sempre cura, istruzione e mantenimento. Elementi cardine del nostro ordinamento costituzionale e parte integrante dei diritti fondamentali della figlia. Tutto questo, “pur essendo a conoscenza del possibile legame di filiazione”. Per questo motivo, il giudice ha stabilito che il padre risarcisca la figlia “abbandonata”, per un danno non patrimoniale normato dall’articolo 2059 del Codice civile.

Le Sezioni unite avevano citato “il totale disinteresse del genitore nei confronti del figlio, estrinsecatosi nella violazione degli obblighi connessi alla responsabilità genitoriale”, in totale lesione degli articoli 2 e 30 della Costituzione e delle norme di diritto internazionale. La storia è stata raccontata dal quotidiano Il Sole 24 Ore.

Di fatto, quindi, il Tribunale ha ritenuto – in questa triste vicenda – che il genitore con il suo atteggiamento continuato e persistente abbia arrecato un grave danno “al corretto sviluppo psicofisico” della giovane a seguito della “mancata presenza del genitore nel percorso evolutivo“, derivante “dal dolore del figlio, dal suo turbamento, derivante dalla mancanza della figura paterna nell’arco della vita”. L’esito puramente giuridico – 70mila euro riconosciuti quali risarcimento per la figlia – si è basato, addirittura, sulle tabelle per la liquidazione del danno da morte del genitore (20 punti), aggravato di 5 punti essendo la protagonista minorenne e abbattuto del 70 per cento, pechè l’assenza dalla vita della figlia ne ha riguardato solo una parte.

Ma il centro della questione, che grazie a questo caso sale alla ribalta, è l‘importanza decisiva nello sviluppo appropriato di un minore della presenza – o assenza – della figura genitoriale e della sua #famiglia. Un elemento finora alquanto trascurato dalle istituzioni, che però sembra stia prendendo il posto che merita nella scala dei valori fondanti dello sviluppo della persona.

Fonte: Il Sole 24 Ore