Russia. La burocrazia asfissiante del post adozione: un monitoraggio ogni mese fino al 18mo anno di età

RUSSIBAMBINI (2)Vita difficile per chi adotta in Russia. La legge diventata operativa lo scorso 3 settembre imbriglia enti e famiglie a una burocrazia, che più che essere concepita per tutelare il benessere dei minori, sembra confezionata per scoraggiare le adozioni.

Le famiglie che hanno adottato un bimbo proveniente della Federazione Russa, ancora minorenne, devono essere monitorate una volta al mese dagli enti accreditati che le hanno seguite nell’ iter adottivo.

Qualsiasi modifica dello stato civile della famiglia adottante dovrà essere comunicata alle autorità competenti della Russia. L’ente deve inviare la comunicazione entro cinque giorni dal momento in cui ne viene a conoscenza, e comunque non oltre trenta giorni da quando è accaduto il fatto. Se la comunicazione arriva più tardi, sono guai. Perché dal punto di vista delle autorità russe, semplicemente le varie famiglie non sono state monitorate con regolarità.

Bisogna avvisare se la famiglia adottiva cambia residenzase varia il nucleo familiare del bambino, per esempio nel caso in cui nella stessa casa vadano ad abitare stabilmente nonni, cugini, zii o amici. Oppure in caso di morte di uno dei genitori. O anche se la coppia decide di divorziare. Quest’ultima ipotesi apre a ulteriori approfondimenti, perché la Russia chiede di verificare con quale dei due genitori vive il bambino e la ragione della scelta. Inoltre pretende di essere informata su nuovi compagni dei genitori, se conviventi nella stessa casa del minore.

Va anche data comunicazione di eventuali nuovi arrivi di figli biologici e/o adottivi. E in generale vanno resi noti tutti i cambiamenti che possano incidere sulla salute e il benessere del bambino. Così come eventuale malattia o decesso del minore adottato.

Avevamo già anticipato le novità della legge in un articolo pubblicato lo scorso 2 settembre.

Questa integrazione arriva dopo l’incontro organizzato il 5 settembre dal Ministero dell’Istruzione e della Scienza della Federazione Russa con i rappresentanti di tutti gli enti autorizzati a operare sul territorio russo.

Gli enti infatti sono responsabili di eventuali mancate comunicazioni alle competenti autorità russe. In caso di omissioni, le associazioni rischiano di perdere l’accreditamento, incidente già accaduto all’ associazione Ariete. Se la comunicazione arriva oltre i trenta giorni consentiti, sono guai. Perché dal loro punto di vista gli enti non hanno monitorato con regolarità le famiglie.

Ai.Bi. nei prossimi giorni informerà tutte le coppie interessate, comprese le famiglie che hanno concluso gli adempimenti post adottivi, ma che hanno figli di origine russa ancora minorenni.

Riguardo ai nuovi obblighi, Ai.Bi. ha sollecitato un intervento da parte della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), soprattutto in vista della scadenza, il prossimo 6 novembre,  dell’accordo bilaterale Russia–Italia. Urge un confronto sulla fattibilità concreta dell’accordo tra le autorità italiane e russe.

Nell’ attesa,  già nei prossimi giorni Ai.Bi. contatterà le famiglie che hanno adottato in Russia. Armati di pazienza, sarà sufficiente informare tempestivamente i nostri uffici di ogni variazione interna alle proprie famiglie, per evitare spiacevoli reazioni da parte delle autorità russe.