Se incontri una bambina abbandonata, non farle la carità!

ssd_leafletUna bambina seduta in terra che chiede la carità. Ha un enorme cartello che chiede aiuto ai passanti. Solo che non chiede soldi, non chiede cibo, dice: «Ho fame, fame di mamma».

E’ questo il messaggio forte della nuova  campagna di Ai.Bi. dedicata al Sostegno senza Distanza, che ha portato alla realizzazione di un libretto di otto pagine a disposizione di tutte le famiglie interessate. All’interno è spiegato in pillole il progetto che chiede al lettore «Non vorresti il meglio per il tuo bambino?». Il libretto aggiunge che il Sostegno senza distanza è diverso dal classico Sostegno a Distanza (SaD),  perché cerca di rispondere non soltanto ai bisogni materiali dei bambini abbandonati, ma anche alla ‘fame di mamma’ che i bimbi sentono.

L’opuscolo potrete richiederlo, anche in più copie, contattando la nostra sede. Lo stesso sarà distribuito durante gli info day nelle nostre sedi regionali durante il Settembre senza distanza.  Faremo un tour in dodici città e quattro open day, con eventi per grandi e piccini. Il programma dettagliato è inserito nella pagina dedicata alla campagna.

La differenza tra il Sostegno senza distanza e il ‘classico’ Sostegno a distanza è data da almeno quattro ragioni. Il progetto promosso da Ai.Bi. abbina un solo bambino a un solo donatore; perché garantisce un legame del cuore (il sostenitore può scrivergli, andarlo a trovare, essere aggiornato costantemente dall’operatore che segue i minori ogni giorno); perché è un filo diretto; perché aiuta a togliere i bambini dagli orfanotrofi con un progetto di vita personalizzato per ciascuno di loro.

Contro l’abbandono minorile Ai.Bi. ha ingaggiato fin dal 1986 una lotta che chiama all’azione ciascun uomo e ciascuna donna di ‘buona volontà’. Certo, rispetto alla moltitudine di bambini soli, la sensazione è quella di sentirsi una goccia nel mare. Ma quel che conta è avere la consapevolezza che l’agire dei singoli è sempre inserito in un procedere collettivo che se non risolve il problema, almeno lo argina.

E’ questo ciò che ha spinto finora quasi 4mila sostenitori a impegnarsi personalmente per offrire, attraverso il nostro lavoro, una speranza di vita a un bambino. Per ogni contributo, c’è un bambino in più salvato. Cresce nel suo Paese d’origine, viene sottratto alla strada e alla povertà, può andare a scuola. Se ha una famiglia, viene aiutato a ristabilire i contatti con i genitori o con i parenti. Se invece è solo, ha la possibilità concreta di trovare una nuova famiglia che lo adotti.

Settembre è il mese in cui i nostri figli vanno a scuola. Con grembiulini nuovi, quaderni firmati, cartelle e zaini all’ultima moda. Dall’altra parte del mondo ci sono bambini che hanno il necessario per vivere grazie alla disponibilità di persone normali che compiono gesti eccezionali: 25 euro per sostenere una comunità o 50 per una vera ‘adozione del cuore’. E poi ce ne sono ancora tanti, troppi, per i quali anche il minimo necessario è un lusso.

Ai.Bi. garantisce a centinaia di bambini in dodici Paesi in via di sviluppo un tetto e un letto dove dormire, educatrici che si prendono cura di loro, quaderni, libri e giocattoli.  Abbiamo scelto settembre come mese dedicato  al sostegno  senza distanza perché è il mese in cui ogni famiglia con figli piccoli pensa e investe sul futuro. Ma chi pensa al futuro dei bambini soli, a quelli che rischiano di diventare adulti senza mai essere figli?

Aiutateci ad aiutare. Con il vostro contributo almeno un altro bambino potrà tornare a sorridere pensando alla propria mamma. Biologica o adottiva che sia.