Se regalo soldi a mio figlio devo pagare le tasse? E lui?

Cara Ai.Bi.,

a causa della pandemia e del lockdown mio figlio, che aveva una piccola attività commerciale, è stato costretto a chiudere. Ora si trova in difficoltà economica e vorrei pertanto fare un versamento a suo favore. Qualcuno mi ha detto che se gli regalo soldi potrei essere sottoposto a controllo fiscale.

Non mi sembra davvero giusto, soprattutto in questi momenti di difficoltà economica. Ma corrisponde al vero?

Claudio

Caro Claudio,

Premesso che regalare o donare dei soldi al proprio figlio, se ne ha necessità, non può rappresentare di certo un reato, tale atto di generosità deve ugualmente seguire un preciso iter.

Soprattutto se la donazione di cui si parla non si limita, magari, a poche decine o centinaia di euro, ma a una somma di “non modico valore“. Le donazioni definite in questo modo non hanno un importo fisso, ma esso risulta variabile in ragione delle possibilità economiche di ciascun nucleo familiare.

Per questo tipo di donazioni, è previsto il pagamento delle imposte sulla donazione, ma anche per le spese per la prestazione notarile e quelle di registrazione dell’atto. Spese che sono a carico del beneficiario.

Inoltre, nel caso di prestito infruttifero, non ci dovrebbero essere tasse da corrispondere. Tuttavia, è sempre bene mettere le carte in regola attraverso una scrittura privata, ad esempio. In tale maniera, l’eventuale dubbio sollevato dal controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate non insinuerebbe il sospetto che si possa trattare di un prestito fruttifero soggetto a interessi, caso in cui la percezione di interessi diventerebbe una forma di reddito che andrebbe inserita nella dichiarazione.

I controlli, da parte del Fisco, sono piuttosto frequenti e il trasferimento di denaro tra familiari non è esente. In questi casi, è utile produrre un documento che accerti con esattezza la natura della donazione e la tracciabilità della stessa. A tal fine è sempre meglio che la donazione avvenga per mezzo di un bonifico, di un assegno e, comunque, in una modalità tracciabile. In questo modo sia il donatore (cioè il genitore) che il beneficiario potranno dimostrare che l’introito è frutto di una donazione e non di guadagno illegale.

Staff Ai.Bi. – Amici dei Bambini