siria. Tra i bombardamenti e i profughi che hanno bisogno di aiuto, una proposta di pace

Siria. Arriva una proposta di pace al Parlamento UE, ma non smette di infuriare la guerra. Ai.Bi. è accanto ai profughi in difficoltà: ‘Non Lasciamoli Soli’

L’idea di favorire la creazione di una Zona di Sicurezza nel Paese è stata presentata a Bruxelles da un gruppo di siriani profughi in Libano: “Non abbiamo altra possibilità di vita

Ma intanto, nell’area di Idlib, l’ennesimo raid russo ha causato la morte di almeno sei persone con decine di feriti, nella maggior parte donne e bambini. Il fronte a Nord-ovest è schiacciato tra due schieramenti in lotta fra loro, gli islamisti post-Al-Nusra e gli alleati della Turchia

siria. Tra i bombardamenti e i profughi che hanno bisogno di aiuto, una proposta di paceUna proposta coraggiosa per cercare di andare controcorrente rispetto alla situazione di incertezza e di inoperatività delle forze diplomatiche in Siria: è quella che alcuni profughi siriani in Libano hanno presentato al Parlamento Europeo, chiedendo di favorire il ritorno degli esuli in Siria, in Zone Umanitarie sotto protezione internazionale. Delle vere e proprie aree ‘protette’ in cui la guerra non possa accedere più e dove siano garantite sanità e istruzione. “Noi siriani profughi in Libano – dice Sheik Abdo, rappresentante dei proponenti – non abbiamo altra possibilità di vita che la creazione di una Zona di Sicurezza in Siria”.

Ma mentre si cerca di dare una svolta e rompere la spirale di violenze e bombardamenti nel Paese, giunge notizia dell’ennesimo raid aereo russo nella provincia di Idlib: le bombe hanno causato la morte di almeno sei persone, con altre decine di feriti, soprattutto donne e bambini. Particolarmente colpiti sono stati i villaggi di El-Nukayyer e Oreynibe, nei pressi della città di Khan Sheikhoun. Fonti vicine all’opposizione siriana temono che questi raid siano il preludio di un’offensiva di terra come quella compiuta nella periferia di Damasco un paio di mesi fa.

La popolazione nel governatorato di Idlib è schiacciata oggi tra due ‘fuochi’: gli islamisti di Al-Nusra che sono confluiti in un’armata più grande che comprende anche miliziani meno integralisti e gli alleati della Turchia. Proprio qui, da parte loro, al-Assad e la Russia sua stretta alleata intendono battere ora il pugno per riprendere il pieno controllo; ma a farne le spese, come sempre, sono i più deboli e fragili della popolazione, specialmente i bambini: sono un milione quelli che nella zona di Idlib rischiano ogni giorno la vita.

Per venire in soccorso delle popolazioni maggiormente in difficoltà, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini è attiva sul territorio siriano fin dal 2013, con progetti di cooperazione internazionale che portano aiuti e competenze alle persone, favorendone il sostegno psicologico e formandole alla coltivazione di piante, frutti, ortaggi o all’allevamento di pecore per il sostentamento proprio e dei vicini di casa, facilitando la creazione di micro-imprese che aiutino un rilancio della piccola economia locale. Per aiutarci a trasformare in aiuto concreto il desiderio di continuare a stare accanto ai più piccoli e indifesi del popolo siriano, è possibile contribuire alla Campagna ‘Non Lasciamoli Soli’, donando una razione alimentare, una cesta di alimenti-base per una famiglia o il supporto psicologico per 10 bambini siriani che hanno dovuto guardare negli occhi l’orrore della morte e della devastazione.

 

Fonte: La Stampa

Fonte: Vita