Siria, famiglie senza scampo: 100.000 nuovi sfollati in 24 ore

sfollatiDal nostro inviato (Luigi Mariani) – È stato un weekend nero per le famiglie siriane. Tra sabato 20 e domenica 21 settembre, oltre 70.000 persone sono state costrette a fuggire a causa dell’avanzamento dei miliziani del cosiddetto Stato Islamico nella zona di Kobane, enclave curdo-siriana all’estremo nord della Siria. Migliaia di uomini, donne, bambini e anziani sono stati costretti a lasciare le proprie case e a dirigersi verso il confine con la Turchia. Impressionanti e drammatiche le immagini diffuse su internet, che ritraggono muraglie umane di disperati, ammassati contro il filo spinato, davanti ai vigili militari turchi: centinaia di uomini e donne curve sotto il peso di sacchi pieni di vestiti e beni di prima necessità, anziani sfiniti dal lungo viaggio, bambini spossati dalla calura. Terribili le storie raccontate dai sopravvissuti; i jihadisti avrebbero attaccato i villaggi dell’area utilizzando carri armati, artiglieria pesante e missili terra-terra, prendendo di mira anche i civili in fuga.

Dopo una prima, timida resistenza, le autorità turche hanno concesso agli sfollati di attraversare il confine e raggiungere la sospirata salvezza; ora, per la protezione civile, comincerà la difficile e delicata fase dell’accoglienza.

Alla tragica situazione dei curdo siriani (che secondo l’UNHCR, l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’ONU, è destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane), si aggiunge quella delle circa 2.000 famiglie sfollate nei giorni scorsi dalla zona di Hama, in seguito all’inasprirsi degli scontri tra il regime e le forze di opposizione.

Molte di queste si sono dirette a nord, verso il governatorato di Idlib, per raggiungere il già affollato campo profughi di Atma, anch’esso vicino al confine con la Turchia. Data la mancanza, al momento, di strutture di accoglienza adeguate, molti di questi profughi sono stati costretti a trovare un riparo di fortuna.

Entrambi gli scenari sopra descritti, purtroppo, erano stati ampiamente previsti dalle Nazioni Unite e dalla comunità umanitaria presente in Turchia, che nelle ultime settimane avevano allertato le autorità turche. Eppure – è stato fatto notare – le “cifre della disperazione” registrate in questi ultimi giorni sono impressionanti, persino per una crisi che ci ha abituato a tutto, come quella siriana.

Ora, con l’approssimarsi dell’inverno, la situazione rischia di precipitare. Proprio per questo motivo, le ong presenti in Turchia, grazie ai primi fondi stanziati dalla comunità internazionale, si stanno attivando per predisporre gli interventi necessari a prevenire e contrastare gli effetti del clima rigido sulle famiglie sfollate all’interno della Siria. Un vero e proprio popolo di disperati, che aumenta giorno dopo giorno.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto il supporto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonti: Zaman Alwsl