Siria. In una crisi umanitaria senza precedenti, Ai.Bi. ha distribuito cibo e assicurato supporto psico-sociale a migliaia di piccoli sfollati. E nel futuro ci sono un forno mobile e un ospedale pediatrico

siria ceste alimentari 1bisUna crisi umanitaria senza precedenti e un’intera generazione che rischia di andare perduta per sempre. Ma anche l’impegno costante di Amici dei Bambini nel cercare di garantire sicurezza alimentare e protezione alle piccole vittime della guerra. Questa è la Siria oggi, dopo oltre 5 anni e mezzo di un conflitto che sembra non avere mai fine. Nei suoi 3 anni di presenza nel Paese, Ai.Bi. ha alleviato le sofferenze di decine di migliaia di siriani, ma molto altro è ancora da fare per poter assicurare loro condizioni di vita dignitose e un futuro di pace.

Da marzo 2011, la guerra ha ucciso circa 11mila bambini. In tutto il Paese sono 13,5 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria, di cui 6 milioni sono  minori. La crisi alimentare colpisce attualmente 9 milioni di siriani, oltre un terzo dei quali è costituito da bambini. Le persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa sono 10,8 milioni, ma meno della metà è fuggito all’estero. La maggior parte, pari a 6,5 milioni, è fatta di sfollati interni che sono rimasti all’interno del Paese. E sono 7,5 milioni i bambini  che non hanno visto nient’altro che la guerra. I sistemi scolastico e sanitario sono ormai al collasso. Sono quasi 3 milioni i piccoli siriani che non hanno più accesso all’educazione e il 50% delle strutture sanitarie sono state danneggiate o distrutte dai combattimenti, nel corso dei quali hanno perso la vita circa 700 tra medici e infermieri.

Davanti a tutto questo, Ai.Bi. non è mai rimasta a guardare. Nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare e in collaborazione con i suoi partner locali – le associazioni Syrian Children Relief, Shafak, Ihsan RD, Kids Paradise e Gauth Voluntary Group -, Ai.Bi. ha effettuato interventi di prima e seconda emergenza nelle aree di Idlib, Aleppo, Homs e Rural Damasco. In concreto, sono state distribuite ceste alimentari a 1.160 famiglie e 17.460 razioni alimentari a circa 3mila sfollati. Ma non solo. Sono stati allestiti anche una ludoteca sotterranea per permettere a 200 bambini di giocare al riparo dalle bombe e un forno per la produzione di pane destinato a 3mila famiglie. Senza dimenticare le 100 mamme che hanno avuto la possibilità di lavorare nella sartoria allestita da Ai.Bi. nel nord del Paese.

L’impegno di Amici dei Bambini non si è mai fermato. In questo periodo si sta provvedendo alla formazione di 191 operatori sociali che svolgeranno attività ricreative di sensibilizzazione per 20.750 tra adulti e bambini delle zone più disagiate raggiunte per mezzo di 9 apposite unità mobili, oltre a gestire le attività di 3 spazi sicuri per l’attenzione e il supporto psicosociale di 2.300 minori.  Oltre a loro, Ai.Bi. sta formando anche 4.500 donne sulle prevenzione della violenza di genere. Nel frattempo prosegue la distribuzione di ceste alimentari  ed è iniziata quella di voucher per 262 famiglie.

Per il futuro Ai.Bi. ha già avviato due nuovi grandi progetti. Il primo è quello di un forno mobile che produrrà cibo per 18mila sfollati. Il secondo, ancora più impegnativo, prevede invece la costruzione di un ospedale pediatrico ricavato sotto una collina, al riparo dalle bombe. La struttura sarà raggiungibile da 300mila civili e si svilupperà su una superficie di 2mila metri quadrati all’interno della roccia e 300 in esterno. Offrirà servizi di emergenza e sarà dotato di 35 posti letto, 19 incubatrici e reparti di pediatria, ginecologia e servizi ostetrici capaci di soccorrere 300 persone al giorno.

Per quest’ultima grande iniziativa, Ai.Bi. chiede anche il tuo aiuto: fino al 3 ottobre puoi donare 2 euro con un sms oppure 2 o 5 euro con una chiamata da rete fissa al numero 45507 a favore della campagna Bambini  in Alto Mare.