Siria, nuova denuncia ONU: Stato Islamico e bombe a grappolo, i principali nemici dei bambini

bambino soldato200Dal nostro inviato (Luigi Mariani) – Il reclutamento di minori da parte dello Stato Islamico, purtroppo, non è una novità: già da mesi attivisti e organizzazioni umanitarie presenti in Siria avevano denunciato il proliferare di campi di reclutamento, soprattutto nelle zone a nord est del paese sotto il controllo del famigerato gruppo jihadista. Per la prima volta, però, la denuncia è stata fatta esplicitamente dalla Commissione d’Inchiesta appositamente creata nel 2011 in seno all’Onu, per investigare sulle violazioni di diritti umani che avvengono nel contesto della guerra civile siriana.

Nel rapporto presentato alla stampa mercoledì 27 agosto, sono molteplici i crimini di guerra addebitati all’una e all’altra parte belligerante, ma sono indubbiamente quelli perpetrati dall’IS a colpire maggiormente per orrore e disumanità, perché coinvolgono in gran parte creature giovani, fragili e innocenti, incidendo sulla loro psicologia e compromettendo gravemente il futuro di un’intera generazione di siriani. Oltre a subire un indottrinamento costante, infatti, i bambini del cosiddetto “Califfato” sono costretti ad assistere quasi quotidianamente alle atrocità commesse dai militanti del gruppo jihadista.

“Le pubbliche esecuzioni sono diventate ormai una sorta di spettacolo ricorrente tutti i venerdì, specialmente nell’area di Al Raqqa e nelle zone di Aleppo controllate dall’IS – si legge nel rapporto -. I ragazzini presenziano alle uccisioni, che avvengono sotto forma di decapitazione o tramite colpo di pistola alla testa da breve distanza. I corpi vengono esposti al pubblico, spesso crocifissi e lasciati lì anche per tre giorni, come avvertimento per i residenti locali”. A essere assoldati per la guerra santa, secondo le testimonianze raccolte, ci sono persino bambini di 10 anni, che vengono addestrati in campi dedicati, dove, insieme all’uso delle armi, imparano i fondamenti della religione islamica e l’odio verso gli infedeli. Dramma nel dramma, presto questi stessi bambini potrebbero diventare bersaglio degli annunciati raid americani in Siria: a segnalare il pericolo, proprio il capo della Commissione, Paulo Pinheiro, che ha espresso forte preoccupazione a riguardo.

In realtà, però, la pratica del reclutamento di minori non è un’esclusiva dell’IS (che pure sembra averla sistematizzata come nessun altro): è ampiamente diffusa, infatti, anche fra gli altri gruppi di ribelli che si riconoscono nell’opposizione al regime siriano. Io stesso, di recente, ho avuto modo di ricevere conferme a riguardo.

Ma i pericoli, per i bambini siriani, non arrivano solo da chi li vuole trasformare – di fatto – in carne da macello da sacrificare alla causa islamista: nel rapporto presentato dalla Commissione d’Inchiesta, infatti, si fa riferimento anche all’utilizzo sistematico, da parte delle forze governative, delle temibili bombe a grappolo e – soprattutto – degli ordigni al cloro, che sarebbero stati sganciati sulla popolazione civile in almeno otto diverse occasioni, tutte documentate. A essere maggiormente esposti a questo tipo di attacco, soprattutto nelle zone sotto il controllo dei ribelli, sono ancora una volta loro: i bambini.

Insomma, ce ne sarebbe abbastanza – hanno concluso i relatori della Commissione – per spingere il Consiglio di Sicurezza a deferire il caso Siria alla Corte Penale Internazionale, cosa che finora non è stata possibile, per i diversi interessi in gioco a livello politico-diplomatico. Il rapporto verrà in ogni caso presentato al Consiglio il prossimo 16 settembre; sarà l’occasione giusta per dare voce, una volta per tutte, a quelle migliaia di bambini siriani di cui il mondo sembra essersi dimenticato?

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto il supporto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonti: Reuters