Siria. Strappare un sorriso ai bambini con le “Olimpiadi delle Tende”

120 bambini, tra gli 8 e i 14 anni, sfollati interni a causa del conflitto e residenti in 12 campi profughi nel nord ovest della Siria, si sono sfidati in una meravigliosa, personale olimpiade

Dopo la conclusione, pochi giorni fa, dei giochi olimpici di Tokyo, anche in Siria si sono concluse delle olimpiadi davvero speciali.

Mentre in Giappone gli atleti siriani gareggiavano divisi in due squadre, quella nazionale e quella internazionale dei rifugiati olimpici, 120 bambini, tra gli 8 e i 14 anni, sfollati interni a causa del conflitto e residenti in 12 campi profughi nel nord ovest del Paese, si sono sfidati in una meravigliosa, personale olimpiade organizzata all’interno di un campo per sfollati di Idlib, divertendosi davvero molto e vivendo una giornata di serenità in una terra martoriata dalla sofferenza. A raccontarlo è Aljazeera.

I margini dei campi seganti nella terra polverosa, i cinque cerchi con la scritta Olympics 2020 riportata in inglese e in arabo, ogni bambino con una maglia di colore diverso, a rappresentare orgogliosamente il proprio campo. E a fine giornata, non sono mancate le premiazioni (oro, argento e bronzo!)

Tra le discipline nelle quali i bambini si sono cimentati: tiro al giavellotto, lancio del disco, salto in alto, salto ad ostacoli, arti marziali, pallavolo, badminton, calcio, corsa e persino “corse di cavalli (di cartone).

Volevamo introdurre i ragazzi a diversi tipi di sport –spiega Ibrahim Sarmini, rappresentante della ong siriana Benefits, organizzatrice dell’evento che noi stessi, in Siria, non conoscevamo ma l’obiettivo principale era puntare l’obiettivo sui residenti del campo, bambini e adulti, che fanno una vita molto dura”.

Acqua, serre, bestiame, giardini terapeutici… ecco cosa fa Ai.Bi. per i bambini siriani

 “Le olimpiadi delle tende” sono state davvero un bel modo per far svagare e sorridere i piccoli siriani vittime delle atrocità della guerra.

Ai.Bi. dal 2014 è in Siria al fianco dei bambini e delle famiglie sfollate nei campi di accoglienza del territorio di Idlib, fornendo loro acqua e kit igienici come con il progetto Bolzano. Sostenendo l’autosostentamento delle famiglie a conduzione femminile, come ha fatto con la realizzazione di serre per la coltivazione di ortaggi e con la consegna di 480 capi di bestiame per la produzione di latte e formaggi a 240 donne capofamiglia. Realizzando giardini terapeutici all’interno di alcune scuole della provincia di Idlib per aiutare i bambini vittime della guerra, a superare lo stress e la paura dovuti alle atrocità dei combattimenti.

Tanto è stato fatto, ma più ancora c’è da fare ed Ai.Bi. è in prima linea sempre, per i diritti di ogni bambino.

Non lasciamoli soli.

Foto (Omar Haj Kadour/AFP) – Aljazeera