Siria. Uscire di casa una mattina di agosto per giocare e… morire

Tre bimbi vittime di un ordigno a Idlib. Ai.Bi. sul campo per non lasciare sole le vittime più innocenti di un interminabile conflitto. #Continuiamodaibambini

Non per tutti i bambini del mondo il mese di agosto è un momento di gioia e di svago. In Siria, dove prosegue interminabile una guerra ormai dimenticata dal circuito mediatico, ci sono bambini che continuano a morire. Bambini che, magari, erano usciti di casa per giocare all’aria aperta, come molti loro coetanei nel mondo e che, invece e purtroppo, sono morti a causa delle armi degli adulti. Tre bambini sono infatti stati uccisi da un’esplosione di tipo e origine indeterminata nel villaggio di Al Allani, alla periferia di Idlib, lo scorso 20 agosto.

Siria: i tre bambini morti si chiamavano Ibrahim, Muhammad e Omar

I tre bambini di nome Ibrahim Kajou, Muhammad Nour Abdou e suo fratello Omar, sono stati uccisi dall’esplosione di un ordigno incendiario di tipo non identificato e origine indeterminata davanti a una casa nel villaggio di Al Allani nella periferia occidentale del governatorato di Idlib. Il SNHR (Syrian Network for Human Rights) sta ancora cercando di contattare i testimoni per ottenere i dettagli dell’incidente. Il SNHR ha condannato tutti gli attacchi che prendono di mira i civili e ha chiesto alle forze militari di ciascuna area di assumersi la responsabilità della protezione dei civili nelle aree sotto il loro controllo, di condurre indagini e di rivelare i loro risultati al pubblico.

Siria. Bambini morti e altre tragedie della guerra. Ai.Bi. in prima linea proprio a Idlib

Nel frattempo, mentre la tragedia prosegue colpendo le vite più innocenti, quelle dei bambini appunto, Ai.Bi. – Amici dei Bambini, con il partner locale Kids Paradise, è l’unica organizzazione umanitaria presente del nord-ovest siriano ancora martoriato da un conflitto che dura da quasi un decennio. Dal 2014 Ai.Bi. – Amici dei Bambini è presente in quest’area, e oggi opera in piccoli campi composti da 150-200 famiglie. Molti nuclei famigliari sono guidati da donne sole, a volte vedove, che faticano a trovare mezzi di sussistenza.

Grazie al sostegno dei suoi donatori, Ai.Bi. è riuscita in questi anni a supportare questi nuclei fragili con minori per evitare strategie di sopravvivenza negative come il lavoro minorile o il matrimonio precoce, offrendo progetti per favorire il sostentamento famigliare (nel 2019 è stato distribuito mezzo milione di pezzi di pane alle famiglie, prodotto acquistando il grando da mulini e panetterie del territorio). Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, Ai.Bi. ha provveduto anche a distribuire kit igienico-sanitari a oltre 330 nuclei familiari composti in media da sei componenti (di cui almeno il 50% minori) per un totale di 1980 persone, appartenenti a popolazione profuga in situazione di incertezza abitativa, carenza alimentare e sanitaria, ospiti in campi profughi nei distretti di Ma’arat Misrin e Harim.

Queste attività sono possibili grazie al supporto degli amici italiani di Ai.Bi. Anche tu puoi fare la tua parte, sostenendo la campagna #Continuiamodaibambini. Non lasciarli soli.