Sono una figlia non riconosciuta. Quando potrò sapere chi è mia madre biologica?

Buongiorno,

mi chiamo Elisa e sono una figlia non riconosciuta. Da sempre ho il desiderio di poter conoscere personalmente mia madre biologica. So che questo molto probabilmente sarà impossibile. Pertanto mi accontenterei anche semplicemente di sapere chi sia. Quindi ho iniziato a documentarmi sulle norme di legge relative al diritto da parte dei figli non riconosciuti o abbandonati di poter un giorno accedere alle informazioni relative ai propri genitori biologici. Sul vostro sito ho letto la notizia della proposta di legge per rivedere le norme vigenti nel nostro Paese sui diritti dei figli adottivi. Potrò accedere ai dati della mia madre biologica quando avrò compiuto 40 anni? Se sì, vi potrei accedere sempre tramite il Tribunale dei Minori?

Grazie dell’attenzione,

Elisa

 

 

giudiceCara Elisa,

per il momento, finché il parlamento non avrà approvato le nuove norme, rimarrà vietato l’accesso ai dati sulle proprie origini per le persone adottate alla nascita attraverso la procedura speciale che si attiva dopo il mancato riconoscimento. Mentre per queste persone, infatti, come nel suo caso, non è ancora oggi mai possibile accedere alle informazioni sulla propria madre, per gli altri adottati è possibile fare una  richiesta al tribunale per i minorenni al compimento dei 25 anni. Questa differenza si giustifica perché il parto anonimo è una misura anche pensata contro l’aborto e l’idea che si possano un giorno rivelare le notizie contro la volontà dei genitori potrebbe scoraggiare il ricorso a questa misura. Ecco perché per queste donne è prevista la tutela del segreto voluto per 100 anni.

Le nuove norme che sono in questo momento proposte e discusse in Parlamento derivano dal fatto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prima e la Corte Costituzionale poi, con sentenza dello scorso novembre 2013, hanno dichiarato illegittime le norme italiane che vietano a priori la diffusione delle notizie sulla origine delle persone adottate. Questo divieto è infatti considerato un abuso diritto al rispetto della vita privata e familiare, ma al momento l’Italia deve ancora adeguarsi al nuovo sistema. L’adeguamento di cui si sta discutendo è verosimile che avvenga cercando di allineare la nuova procedura per le persone non riconosciute a quella già applicabile per gli altri adottati, dunque con l’attesa al compimento dei 25 anni e la richiesta al tribunale per i minorenni che deciderà sulla base dell’interesse del richiedente.

Cordialmente,

Ufficio Diritti dei Minori di Ai.Bi.