Sostegno a distanza: l’abbinamento ad un minore abbandonato. È etico scegliere un bambino piuttosto che un altro?

ssd criticaLa procedura di abbinamento di Sostegno Senza Distanza, per cui un bambino – e solo quello – viene abbinato a un sostenitore – e solo ad uno, ha suscitato alcune perplessità e dubbi e acceso il dibattito.

Sul nostro sito Rosa scrive: “Per quel che so, il sostegno serve ad aiutare un bambino e non a possederlo come una cosa propria”. Ancora più critica Patrizia: “Il vostro sostegno senza distanza mi sembra rifletta il modo di pensare di oggi … Ovvero pago, voglio e quindi scelgo. Quando si decide di aiutare un bambino, si fa un atto di generosità e, in quanto tale, dovrebbe essere rivolto a chiunque: che valore aggiunto dà, dico io, scegliere un minore piuttosto che un altro? Secondo me, in parte cancella la gratuità del gesto…”. E Gabriele: “Come si fa a pretendere un riscontro puntuale da parte del bambino che sostengo, che dovrà sentirsi obbligato a ringraziarmi e informarmi di tutto?” E Barbara: “Chi aiuta dovrebbe farlo senza pretendere nulla… nemmeno lettere personali

Eppure proprio qui sta la differenza. Da una parte, c’è un generico Sostegno A Distanza (si aiuta un bambino qualsiasi, come simbolo di un progetto, per dare aiuto, complessivamente, a tutti i bambini di quella comunità) e, per chiarezza, andrebbe chiamato Sad/progetto.

Dall’altra, c’è un sostegno personalizzato, rivolto ad un solo minore, che crea un legame del cuore unico, fra sostenitore e bambino. In questo caso, per quel minore, e solo per lui , occorre costruire un progetto di vita che avrà l’obiettivo di accompagnarlo fino alla risoluzione della sua difficoltà.

Questo è il Sostegno Senza Distanza di Ai.Bi., che potrebbe essere chiamato anche Sad/bambino.

Quindi bisogna essere assolutamente trasparenti: si sostiene un progetto, una comunità nel suo insieme o si sostiene un bambino specifico?

Ogni organizzazione che si occupa di sostegno a distanza dovrebbe chiarire che cosa fa: se un Sad/progetto o un Sad/bambino.

Nel Sad/bambino di Ai.Bi., tramite assistenti sociali, psicologi, avvocati, che lavorano nel Paese dove il minore vive, si lavora a un vero progetto personalizzato. Ci può essere, per esempio, un minore abbandonato e il sostegno va nella direzione di aiutarlo a trovare una nuova famiglia . Oppure un bambino gravemente ammalato, che necessita di interventi sanitari. Oppure il figlio di una mamma povera e disperata, che dev’essere aiutata, perché possa rimanere accanto al suo bambino. O ancora un ragazzo che sarà buttato in mezzo alla strada al compimento del suo 18 anno e allora è importante cercare di trovargli un lavoro, dargli una formazione perché possa rendersi indipendente…

Quanti casi di minori che hanno bisogno di aiuto e stanno cercando un loro, unico, riconoscibile , vero sostenitore!

Ma il vero, tremendo male da cui è colpita la maggior parte dei piccoli sostenuti da Ai.Bi è quello dell’abbandono. Sostenere senza distanza non significa solo mandare soldi a un bambino, ma far capire a quel bambino, uno solo in mezzo a mille, che c’è qualcuno che ha scelto proprio lui, per aiutarlo ad andare avanti, per trasmettergli fiducia, per fargli sapere che c’è almeno una persona, sia pur dall’altra parte del mondo, a cui la sua storia, il suo rendimento scolastico, il suo futuro stanno a cuore.

Proprio grazie al nostro Operatore SAD si rende viva questa relazione, personale e diretta, con il sostenitore. E il fatto che il bambino abbia una persona a cui scrivere, a cui raccontare le sue “prodezze” e i suoi progressi, non è un obbligo, ma un percorso che gli insegna a fidarsi ed affidarsi.

Come può un bambino, abbandonato dai suoi genitori, lasciato solo al mondo in un orfanotrofio, mantenere viva la speranza di ritornare in una famiglia, di poter essere di nuovo figlio, se intorno a sé ha solo persone che sono pagate per assisterlo e stare con lui? Ha bisogno di sperimentare, invece, un atto di completa gratuità, sapere che qualcuno lo pensa, e non perché è il suo lavoro occuparsi di lui.

Solo così potrà imparare anche a PERDONARE i suoi genitori, e sperare, in futuro, di colmare quel tremendo buco nell’anima che il dolore gli ha procurato.

La cosa più bella che si può regalare a questi bambini, insieme all’aiuto concreto, è la speranza. Non passeranno tutta l’infanzia e l’adolescenza dentro un istituto, ma anche grazie all’appoggio, economico e affettivo, del loro sostenitore, troveranno una nuova famiglia in cui crescere.

Per questo il Sostegno senza distanza di Ai.Bi. non è un semplice atto di solidarietà, ma di amicizia, di voglia di accompagnare un minore nel suo percorso di vita . E proprio per questo non può essere un atto anonimo: è un atto che si svela e rivela per quello che è, amore disinteressato per un bambino abbandonato.