Questo benedetto SPID: ora pure a pagamento!

I servizi Aruba e InfoCert hanno reso a pagamento l’identità digitale. Altri stanno pensando di farlo: che cosa cambia per gli utenti e perché il governo punta sulla CIE

Recentemente anche InfoCert ha reso a pagamento il servizio SPID, seguendo l’esempio di Aruba. Altri ervizi stanno vallutando di fare lo stesso e, tenendo conto che, secondo quanto ricordato proprio dall’Amministratore Delegato di Tinexta Infocert, nel 2024 gli accessi tramite SPID ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione osno stati circa 1,2 miliardi (il 90% del totale) si capisce quanto la questione dell’identità digitale sia un tema sensibile per milioni di italiani. Il fatto che tale ervizio possa diventare per tutti a pagamento segna dunque un nuovo capitolo nel rapporto tra cittadini, gestori privati e Stato.

Il rapporto con lo Stato e i fondi bloccati

Il passaggio al modello a pagamento riflette le criticità nei rapporti tra lo Stato e gli identity provider. Le convenzioni sono scadute a fine 2022 e rinnovate solo nel 2023, ma il decreto per sbloccare i 40 milioni di euro promessi dal governo è arrivato solo nel marzo 2025. Troppo tardi per evitare che alcuni gestori, come Aruba e InfoCert, scegliessero di farsi pagare.

La strategia del governo: puntare sulla CIE

Il governo, attraverso il sottosegretario Butti, punta sempre più sulla Carta d’identità elettronica (CIE). La app CieID ha superato i 7,3 milioni di attivazioni a maggio 2025, segno di un’adozione crescente. Il rapporto di utilizzo tra CIE e SPID, prima 1 a 20, oggi è 1 a 10.

Gli altri gestori restano gratuiti (per ora)

Attualmente, oltre il 70% degli SPID attivi è gestito da PosteID, che mantiene la gratuità. Tuttavia, se anche Poste cambiasse rotta, milioni di utenti si troverebbero a dover pagare per un servizio che era nato come gratuito e pubblico.

Il destino dello SPID resta quindi appeso tra rinnovi in bilico, strategie digitali governative e un mercato che si sta trasformando.
Una precisazione la merita il servizio InfoCert: il pagamento del servizio parte, per i nuovi utenti, dopo il primo anno di utilizzo. Per tutti gli altri, valgono le regole acettate al momento della sottoscrizione. Contattando il servizio clienti, per esempio, ci è stato detto che, nel caso di un utente il sui SPID sia stato attivato nel 2023, la convenzione prevedeva 6 anni di utilizzo. Fino al 2029, dunque, l’utente continuerà a non pagare nulla.