Subito la riforma delle adozioni internazionali. Le quattro priorità degli enti autorizzati riuniti in assemblea plenaria

affidoUna cosa è chiara a tutti. Il settore delle adozioni internazionali necessita di una riforma. E’ questo il punto fermo con cui si è chiusa l’assemblea plenaria degli enti autorizzati, che ha visto la partecipazione di ben 42 enti impegnati nel settore, svoltasi a Milano il 12 e 13 settembre nella sede dell’Istituto “La Casa”.

Alla conclusione dei lavori, gli enti autorizzati partecipanti rilevano che «il fattore economico non è l’unica causa del significativo calo del numero di adozioni».

Dopo aver richiamato l’attenzione sul «valore sociale ed umano che le famiglie con il loro progetto di futuro costituiscono per la società italiana», gli enti insistono sulla necessità di considerare le famiglie «risorse preziose, da promuovere ed accompagnare». Il che vuol dire che urge rimuovere ogni sofferenza e ostacolo che finora hanno accompagnato l’iter adottivo.

Tra i lavori, l’esame collegiale sia della proposta di legge n. 653, presentata dai Deputati Caruso e Chaouki e promossa da Ai.Bi., sia la riflessione sull’opportunità costituita dalla commissione di studio promossa dalla Ministra Cancellieri per il riesame della normativa in materia di adozioni internazionali.

Entrambe le iniziative sono state considerate segnali positivi per l’avvio di un dibattito, che si spera avvenire quanto prima. Quattro le priorità indicate dagli enti, contenute in un documento conclusivo dei lavori assembleari, inviato alla Ministra Kyenge, nella qualità di Presidente della Cai:

1) la semplificazione delle procedure adottive. Tra le ipotesi quella di passare la competenza sul decreto di idoneità dal Tribunale per i Minorenni ai servizi sociali territoriali, attraverso processi di valorizzazione delle capacità genitoriali nelle loro diverse e variegate forme ed espressioni;

2) la riorganizzazione strategica della Commissione per le Adozioni Internazionali nella direzione di uno snellimento del numero dei componenti, di un potenziamento della capacità operativa con particolare attenzione alle relazioni internazionali con le Autorità dei paesi esteri e un maggior coinvolgimento e collaborazione di tutti gli attori del sistema: gli Enti Autorizzati e le Associazioni Familiari;

3) l’ accompagnamento e l’ incentivo a ogni forma di organizzazione e riorganizzazione degli enti autorizzati nella direzione della crescita di efficienza, efficacia e trasparenza, favorendo ogni forma anche originale di integrazione, collaborazione, intesa e fusione, anche con forme innovative e sperimentali di sinergia tra Pubblico e Privato Sociale;

4) l’ integrazione delle adozioni internazionali nella politica estera del Governo Italiano, collegandole alla cooperazione allo sviluppo, all’integrazione sociale e al Servizio Civile anche attraverso specifiche modifiche normative nelle relative leggi di settore; integrare le adozioni internazionali nelle politiche di sostegno alla famiglia anche attraverso una profonda riforma della fiscalità ad essa dedicata.

Il prossimo appuntamento è fissato per l’11 ottobre a Roma.