Terremoto in Siria e Turchia: 41 mila morti. 7 milioni di bambini coinvolti. L’emergenza continua!

Mentre i media già attenuano l’attenzione verso il terribile terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito le zone al confine tra Turchia e Siria, l’emergenza non si ferma. Oltre 41 mila i morti. 7 milioni i bambini colpiti. L’ONU lancia un appello per raccogliere 400 milioni di dollari per gli aiuti in Siria e 1 miliardo per la Turchia. Continua la raccolta fondi di Ai.Bi. per l’emergenza – AGGIORNAMENTO

17/02 – h. 10.00 – Si spengono i riflettori dei media, ma rimane l’emergenza

Sono passati poco più di 10 giorni dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria e già non si aggiorna più nemmeno il numero delle vittime. A discapito della devastazione portata, basta fare un giro veloce sulle prime pagine di tutti i media italiani per osservare come il sisma sia già ai margini (se non proprio fuori) dai riflettori dell’attenzione. Possiamo “consolarci” con il fatto che anche il New York Times non ne fa menzione in home page, e nelle pagine interne, la notizia sulle vittime rimane ferma agli “oltre 40 mila” di un paio di giorni fa.
La situazione, però, è tutt’altro che migliorata. Anzi, il passare dei giorni aggrava le condizioni in cui vivono, oggi, milioni di persone. E se sul versante della Turchia la notizia è l’appello dell’ONU è per il finanziamento di 1 miliardo di dollari di aiuti; è sul versante della Siria che le notizie continuano a faticare ad arrivare e che la situazione desta maggiore preoccupazione. Nel nord-ovest in mano ai ribelli e combattuto per oltre 10 anni dal governo di Assad, ci sono circa 2 milioni di bambini che per la maggior parte hanno conosciuto nella loro vita unicamente conflitti e sfollamenti. Il terremoto ha peggiorato ulteriormente le cose, limitando l’accesso all’acqua potabile, al riscaldamento e ai servizi sanitari. 9.000 edifici sono completamente o parzialmente distrutti e la maggior parte delle scuole sono danneggiate.
Fortunatamente, anche se con fatica, gli aiuti riescono a raggiungere la zona: giovedì 16 febbraio sono passati dal valico di frontiera di Bab Al-Hawa 22 camion del che trasportavano aiuti del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNCHR), mentre altri due camion con tende fornite dall’UNHCR hanno attraversato la frontiera di Bab Al-Salam. In totale sono 140 i camion di aiuti che hanno raggiunto il nord ovest della Siria negli ultimi 8 giorni.
Nonostante gli sforzi, è evidente che ci sia ancora un enorme bisogno di aiuto. Per questo non si ferma la campagna lanciata da Ai.Bi. subito all’indomani del terremoto e a cui si può contribuire con una donazione attraverso il modulo online presente qui sotto

In alternativa, è possibile fare un effettuare un bonifico bancario all’IBAN IT40Z0306909606100000122477, specificando nella causale: emergenza terremoto Siria e Turchia
Possibile anche fare un versamento su c/c postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini IBAN: IT89R0760101600000000003012 causale “emergenza terremoto Siria e Turchia”

15/02 – h. 10.00 – Dopo le migliaia di morti, la sfida degli aiuti e delle ricostruzioni

Passata l’emergenza più immediata, quella dove si corre per cercare di salvare chi ancora può essere salvato, come sempre capita in casi di tragedie come quella del terremoto che ha colpito Turchia e Siria, la fase successiva che si apre è quella per certi versi più delicata. Perché, inevitabilmente, i riflettori cominceranno a spegnersi, ma i problemi e i bisogni delle persone no. Anzi, con il tempo i disagi aumentano e, per questo, il sostegno della comunità internazionale è fondamentale.
Oggi, lo scenario nel sud della Turchie e nal nord ovest della Siria si presenta con circa 41mila vittime totali, 1,6 milioni di sfollati solo in Turchia e quasi 5 milioni di persone in grandissima difficoltà in Siria, dove già la gran parte di chi vive nelle zone più colpite dal terremoto era sfollata lì a causa della guerra. Proprio per quanto riguarda la Siria, l’ONU ha lanciato un appello per raccogliere 397 milioni di dollari per aiutare le vittime del sisma per un periodo di almeno 3 mesi. Il problema più grandi, già più volte denunciato dagli operatori, è la difficoltà di raggiungere e di operare nelle aree del Paese controllate dai ribelli: a questo proposito, martedì 14 febraio sono stati apertu per tre mesi i due valichi di frontiera di Bal Al-Salam e Al Ra’ee, che consentiranno un migliore e più veloce accesso alla regione. Proprio dal primo dei due valichi, che era chiuso dal 2020, è passato un primo convoglio di 11 camion, mentre altri 26 convogli con aiuti forniti dall’OIM, dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono transitati dal valico di Bab Al-Hawa, quello finora più utilizzato.

13/02 – h. 11.00 – 40 mila morti. Decine di ospedali e scuole ditrutti. Migliaia di orfani

Si sapeva che il conto delle vittime del terribile terremoto che ha colpito Turchia e Siria sarebbe salito, ma si sperava che i numeri potessero non essere così terribili. Invece, a una settiman circa dalle prime scosse, i morti accertati sono già 40mila. In Turchia le vittime sono almeno 31.643, mentre in Siria l’ultimo aggiornamento fatto dal responsabile regionale emergenze dell’Oms, RickBrennan, ha indicato circa 4.800 vittime nella parte del Paese controllata dal governo e 4.500 nelle zone in mano ai ribelli, anche se, proprio da qui, la notizie faticano molto ad arrivare ed essere verificate.
Intanto – come riporta RaiNews – l’ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield ha sollecitato i membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU ad adottare una risoluzione per aprire due ulteriori valichi di frontiera sul confine siriano così da agevolare la consegna di aiuti umanitari al Paese, che ancora incontrano diverse difficoltà.
A regalare un briciolo di speranza, arrivano le notizie di alcuni altri salvataggi che hanno del miracoloso, con una donna estratta viva dalla macerie dopo 170 ore e dei contatti stabiliti da una squadra di soccorso spagnola con una mamma, una bambina e un bambino a oltre 173 ore dal terremoto. Ora è una corsa contro il tempo per cercare di estrarre tutti vivi dalla macerie.
Già migliaia, intanto, gli orfani, con la sola strauttura di Adana, come riporta Repubblica, che ne ospita 340, attaccati agli aggiornamenti e le immagini che arrivano sulle Tv e i cellulari sperando di veder comparire le foto dei genitori e dei fratelli di cui non sanno più nulla.

11/02 – h. 12.00 – 24 mila morti. 5 milioni di sfollati in Siria

Sale a 24 mila il conto delle vittime del terremoto in Turchia e Siria, e se ancora arriva qualche storia incredibile di salvataggi (una bambina estratta viva dopo 122 ore dal sisma), le speranza di traovare altri superstiti sono ormai pochissime, tanto che i “caschi bianchi” hanno annunciato di aver fermato le operazioni di ricerca in Siria, ritenendo che questa prima fase per tentare di salvare quante più vite possibile sia ormai conclusa. Sempre in Siria, le Nazioni Unite stanno ancora trattando con il governo di Damasco per avere libero accesso a tutte le aree del Paese per portare aiuto, anche alla luce delle 5 milioni di persone che si ritiene siano oggi senza un rifugio sicuro in Siria.

10/02 – h. 18.00 – Oltre 22 mila morti. Gli USA allentano le sanzioni contro la Siria

Non si ferma la conta dei corpi che vengono trovati senza vita tra le macerie. Nella sola Turchia si è già raggiunto quota 19mila, mentre in Siria sono circa 3.400. In totale si è ormai vicini a 23.000, a quantifricare la portata di un disastro terribile destinato ad aggravarsi ancora. Le ricerche proseguono e ancora a distanza di 100 ore dal sisma arrivano storie si persone estratte vive dalla macerie; ma è chiaro che a ogni ora che passa le speranze di trovare superstiti diminuiscono.
Fortunamtamente gli aiuti hanno preso ad arrivare anche in Siria, dove venerdì pomeriggio sono entrati altri 14 camion delle Nazioni Unite. Sul fronte politico, invece, si registra l’allentamento delle sanzioni da parte degli USA verso la Siria, una decisione che si aggiunge a quella annunciata il giorno precedente dello stanziamento di 85 milioni di dollari di aiuti umanitari per le aree terremotate del Paese.

10/02 – h. 10.00 – Superati i 21 mila morti. Estratto vivo un ragazzo dopo 94 ore

L’OMS lo aveva ipotizzato nelle ore subito successive alle prime scosse del terremoto: i morti potrebbero essere più di 20mila. Ora il conteggio ufficiale ha certificato che la previsione era al ribasso, perché le vittime in Turchia sono 18.342 e quelle in Siria 3.377. Il totale, dunque, è di 21.719. Ed è purtroppo destinato ancora a salire.
Con il passare delle ore, scendono le possibilità di trovare superstiti, anche se non mancano le storie incredibili di speranza, come quella di un ragazzo di 17 anni estratto vivo dalla macerie dei palazzi della città di Gaziantep (una delle più vicine all’epicentro del terremoto) a 94 ore di distanza dal crollo.
L’altra “buona notizia” è che finalmente anche a Idlib, nel nord ovest siriano, sono arrivate le prime squadre di soccorso, come confermato dagli uomini di Kids Paradise, da anni partner di Ai.Bi. per i progetti portati avanti sul territorio.
Prosegue, intanto, anche la raccolta fondi di emergenza di Ai.Bi., che ha ricevuto un sostegno anche da parte di un gruppo di tifosi della Roma: quando anche il tifo si trasforma in solidarietà!

9/02 – h. 10.00 – Oltre 16.000 morti. Attesi i primi aiuti in Siria

Non accenna ad arrestarsi la crescita del numero delle vittime del terremoto che ha devastato il sud della Turchia e il nord della Siria. Gli ultimi conteggi ufficiali hanno superato quota 16mila: la previsione dei 20 mila morti fatta dall’OMS non è orami molto lontana, e in tanti iniziano a temere che potrà essere superata. Intanto il presidente Erdogan sta visitando diverse città colpite dal sisma, mentre il governo è impegnato a rispondere anche alle accuse sul ritardo nell’arrivo degli aiuti.
Aiuti che, finalmente, secondo quanto riportato dal Guardian, dovrebbero arrivare in giornata anche in Siria, dove finora tutto è rimasto bloccato in un impasse politico giocato sulla vita delle persone. Ieri sono stati riaperti i tre valichi di frontiera tra la Turchia mentre anche il governo di Assad, come riportato dal Corriere della sera, ha “ceduto” alla gravità della situazione, chiedendo aiuti alla UE e assicurando che questi saranno portati anche nella zona di Idlib in mano ai ribelli.

8/02 – h. 18.00 – Vittime a quota 11.700. Salvato un bambino da 62 ore sotto le macerie

Rischia di diventare una continua escalation di numeri l’aggiornamento delle notizie che arrivano da Turchia e Siria. Purtroppo, però, è questa la “novità” principale che di ora in ora si continua ad aggiornare. A poco meno di tre giorni di distanza dalla scossa che ha devastato la terra al confine tra Turchia e Siria, la conta delle vittime ha raggiunto quota 11.700. Ancora tanti i dispersi che mancano all’appello, mentre a rendere ancor più drammatico il quadro c’è anche il numero delle persone costrette a lasciare le proprie case: solo in Siria, secondo i media, sono circa 300mila, ma c’è il dubbio che il numero si riferisca alla parte del Paese controllata dal governo di Assad, tralasciando quanto accade nell’area di nord ovest, la più colpita, in mano ai ribelli. Proprio da qui, gli uomini di Kids Paradise, l’associazione da anni partner di Ai.Bi. per le operazioni sul territorio, sono riusciti a far sapere, in un breve messaggio, che “qualche squadra di soccorso è riuscita ad arrivare”, anche se le comunicazioni (e soprattutto l’arrivo di aiuti e soccorsi) rimangono molto complicate.

Intanto, in Turchia, i soccorsi proseguono senza sosta, come documentato dal video inviato da Hussein, il cooperante di Ai.Bi. colpito in prima persona dal terremoto che si trova nei pressi della città di Hatay. Dalle macerie è stato estratto vivo un bambino a distanza di 62 ore dal crollo della sua casa, ma tra quegli stessi resti contorti, si ritiene che potrebbero esserci molte altre persone.

8/02 – h. 10.50 – Saliti a oltre 9.500 i morti. Estratta dalle macerie una neonata, con ancora il cordone ombelicale

Sale senza sosta il numero delle vittime del terremoto in Turchia e in Siria: secondo gli ultimi dati ufficiali i corpi estratti dalla macerie sono stati finora 6.957 in Turchia e 2.547 in Siria, per un totale che supera i 9.500 morti. I feriti sono oltre 37mila, ma tantissimi sono ancora i dispersi, tra i quali figura anche un uomo italiano di 60 anni.
Intanto si continua a scavare e, come per fortuna spesso accade in situazioni come queste, non mancano le storie di speranza. Su tutte, quella che arriva dalla città di città di Jandairis dove dalle macerie è stata estratta una neonata ancora viva: la piccola aveva ancora il cordone ombelicale attaccato alla madre che, purtroppo, dopo averla data alla luce in condizioni impossibili da immaginare, è morta. La bambina è l’unica sopravvissuta della sua famiglia: nel terremoto sono morti, infatti, oltre alla mamma, il papà, le tre sorelle, il fratello e una zia. Un dramma assurdo che si tinge della speranza portata da una nuova vita, nata – letteralmente – dalla macerie di una tragedia.
Tornando al quadro generale della situazione, se è vero che la maggior parte dei morti e dei feriti sono in Turchia, a preoccupare in prospettiva è la Siria, perché, come sottolinea Daniele Raineri in un articolo su Repubblica, lì, nella zona di nord ovest da tempo in mano ai ribelli e, dunque, avversa al regime di Assad, di aiuti non ne sono ancora arrivati. “Non abbiamo nulla per tagliare i tondini di metallo dei palazzi crollati – sono le parole riportate dal quotidiano – non abbiamo i cani per trovare i sepolti vivi, non abbiamo personale specializzato e ce ne servirebbero migliaia, non abbiamo nulla, scaviamo a mani nude”.
Finora, le maggiori possibilità di raggiungere il nord ovest siriano passavano dalla Turchia che, adesso, ha chiaramente altre priorità da seguire, senza contare il fatto che tante strade e valichi di frontiera sono inagibili. L’alternativa è poter entrare con il benestare del governo di Damasco, che non concede l’autorizzazione. Anche su questo versante la situazione è in evoluzione, ma ogni ora che passa è un macigno in più scagliato su un popolo e una terra già allo stremo.

7/02 – h. 10.45 – Oltre 5000 morti. Secondo l’OMS si potrebbe arrivare a 20mila

Come ampiamente previsto, ora dopo ora si aggrava il bilancio del terribile terremoto che ha colpito la zona al confine tra Turchia e Siria. Le ultime stime parlano di 5.016 morti, due terzi dei quali in Turchia (3.419 persone, mentre in Siria, al momento, se ne contano 1.598). Ma tutti sanno che ancora si tratta di un numero molto parziale: secondo quanto dichiarato all’agenzia francese AFP da Catherine Smallwood, responsabile OMS delle emergenze per l’Europa, il conteggio potrebbe raggiungere le 20mila vittime.
D’altra parte anche durante la notte sono proseguite le scosse di assestamento, la più forte delle quali ha raggiunto una magnitudo di 5.6, mentre un grosso incendio, di cui ancora non si conoscoo nello specifico le cause, sta divampando nel porto di Alessandretta.
Parlare di note “positive” è decisamente fuori luogo, ma in questo quadro di devastazione, un raggio di speranza arriva dalla grandissima, immediata mobilitazione di tutto il mondo. A livello istituzionale, le cronache raccontano della telefonata del Presidente americano Biden all’omologo turo Erdogan, mentre anche il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha dichiarato che il suo Paese potrebbe mandare “diverse decine di soccorritori in Turchia”.
In Siria, invece, tutto risulta più complicato, vista la difficoltà nei collegamenti già prima che il terremoto arrivasse ad aggravare lo scenario. Secondo quanto appreso da Ai.Bi. da alcune fonti di ONG locali, a livello di distruzioni, crolli e conseguenti vittime, in Siria la situazione potrebbe essere un po’ meno drammatica che in Turchia. Avere notizie certe, però, è davvero complicato.

6/02 – h. 17.15 – Già oltre 2300 le vittime del terremoto in Siria e Turchia

Secondo il Presidente della Turchia Erdogan, quello che ha colpito questa mattina il territorio turco è il più grave terremoto che si è verificato nel Paese da 1939, evidentemente ritenendolo superiore alla scossa che nel 1999 provocò oltre 17 mila vittime (con una magnitudo di 7.6, mentre oggi la scossa più forte ha raggiunto una magnitudo di 7.8). Al momento il conteggio delle vittime ha superato quota 2300: 1500 in Turchia e 810 in Siria, ma sappiamo bene come da questo Paese le notizie facciano maggiore fatica ad arrivare. Anche per i feriti la Turchia ne conta al momento molti di più: 7.600 “contro” i 1.280 segnalati in Siria. In totale, le scosse di assestamento percepite sono state circa 120, tre delle quali hanno superato la magnitudo di 6.0.
Sotto, una cartina elaborata da OCHA (l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari) che mostra le zone maggiormente colpite dal terremoto nel Nord Ovest della Siria. Secondo i dati qui riportati, ci sono 4 morti nella zona di Idlib, dove Ai.Bi. ha attivi i suoi progetti e dove pochi giorni fa si era recato Hussein, cooperante dell’Associazione.

Un aiuto subito per il terremoto in Siria

Ai.Bi. si è subito mobilitata aprendo una raccolta fondi per il terremoto in Siria e Turchia, “forte” del fatto di essere presente da anni proprio in quella zona del territorio siriano che, oggi più che mai, non abbandoneremo.
Per dare il proprio contributo alla raccolta, si può effettuare una donazione attraverso il modulo online già predisposto sul sito di Ai.Bi. per l’emergenza terremoto in Siria e Turchia
Oppure effettuare un bonifico bancario all’IBAN IT40Z0306909606100000122477, specificando nella causale: emergenza terremoto Siria e Turchia
Possibile anche fare un versamento su c/c postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini IBAN: IT89R0760101600000000003012 causale “emergenza terremoto Siria e Turchia”

6/02 – h. 11.00 – Terremoto in Siria e Turchia: colpita anche la zona di Idlib

Un forte terremoto, di magnitudo 7.8, ha devastato la zona al confine tra la Turchia e la Siria. La scossa più forte è avvenuta nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio e l’epicentro è stato individuato nella città di Gaziantep, che si trova nel sud della Turchia a meno di 100 chilometri dal confine con la Siria. Entrambi i Paesi, dunque, sono stati colpiti, con diversi danni segnalati anche nella città di Aleppo e molti altri centri lontani fino a 300 chilometri (la scossa è stata percepita anche in Libano e a Cipro). Purtroppo, il terremoto ha coinvolto pesantemente anche la zona di Idlib, distante all’incirca 180 km dall’epicentro, dove Ai.Bi. è attiva dal 2013: considerando la forza del terremoto e la situazione già molto precaria e difficile di quelle zone, si può facilmente immaginare quale sia lo stato di emergenza umanitaria subito scattato.
Anche in Italia, alle 6.30 di mattina, la Protezione Civile aveva diramato un allerta per un possibile maremoto, conseguenza del terremoto, ma per fortuna l’allarme è stato revocato poche ore dopo.

Terremoto il Siria: si contano già 700 morti, ma le notizie faticano ad arrivare

Nel frattempo, i soccorsi sono naturalmente già in corso, ma la situazione è difficilissima: a seconda delle fonti, si parla già di oltre 1500 morti, ma tutti sono concordi nell’affermare che il numero non potrà che salire, tenendo conto della quantità di persone disperse ancora sotto le macerie e la difficoltà di avere notizie sicure, soprattutto per quanto riguarda la Siria, specie in quell’area di nord ovest ancora in mano ai ribelli in cui vivono 5 milioni di sfollati interni e con la quale già prima del terremoto le difficoltà di comunicazione erano molto elevate.
Proprio pochi giorni fa, il cooperante di Ai.Bi. Hussein aveva effettuato una missione sul campo, per seguire il progresso dei progetti portati avanti dall’Associazione e dal suo partner Kids Paradise in zona. Hussein aveva documentato miglioramenti significativi, mandando foto di raccolti che crescevano e di bambini sorridenti. Immagini (ne riportiamo alcune qui sotto) che, oggi, stridono terribilmente con gli scenari di devastazione e fanno crescere l’angoscia per la mancanza di notizie che, purtroppo, dal territorio, al momento, ancora non riescono ad arrivare.

Un aiuto subito per il terremoto in Siria

Ai.Bi. si è subito mobilitata aprendo una raccolta fondi per il terremoto in Siria e Turchia, “forte” del fatto di essere presente da anni proprio in quella zona del territorio siriano che, oggi più che mai, non abbandoneremo.

Per dare il proprio contributo si può anche effettuare un:

  • bonifico bancario all’IBAN IT40Z0306909606100000122477,
  • versamento su c/c postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini
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