Ti lasciamo andare, ma presto avrai un fratellino

bimba-cinesev 200Prima di lasciarla andare, le avevano fatto una promessa: le avrebbero dato una sorellina o un fratellino cinese. A distanza di un anno (il 10 dicembre ricorre il primo anniversario dalla sua scomparsa) è tutto pronto per mantenere fede alla promessa fatta. I genitori di Yuyu hanno ottenuto il decreto di idoneità dal Tribunale e presto partiranno alla volta della Cina, laddove nell’ottobre del 2013 hanno conosciuto il loro piccolo angelo poi volato via. Una promessa mantenuta che vuol dire: non ti abbiamo dimenticato piccola Yuyu. Sei sempre nei nostri cuori e fai parte della famiglia. Quella famiglia che l’ha amata fin dal primo momento; quella famiglia che non vedeva l’ora di aprirle la porta di casa per farle sentire, anche se solo per poche settimane, il calore del focolare domestico. Una mamma e un papà che sapevano che avrebbero dovuto fare in fretta, che avrebbero dovuto correre contro il tempo, scandito tragicamente da quella cardiopatia che non avrebbe dato scampo alla piccola Yuyu. L’hanno accolta come figlia nei loro cuori, sono andati a prenderla fino in Cina, l’hanno abbracciata e portata a casa. Poi, proprio al culmine della felicità, la tragedia: la corsa in ospedale, la diagnosi disperata, l’emorragia cerebrale, il coma. L’avevano attesa con amore, accolta con felicità. Sapevano che li attendeva una strada difficile, un intervento al cuore già programmato, a qualche giorno dal suo arrivo in Italia, ma erano forti nella speranza di affrontare insieme le difficoltà. Difficoltà troppo grandi che hanno fatto terminare il viaggio terreno alla piccola Yuyu dopo qualche settimana. Troppo poco, si potrebbe pensare, ma sufficienti per capire quanto una mamma e un papà possano amare un figlio venuto da lontano.  Tanto da, in nome suo, rinnovare la propria fede e determinazione a dare una casa a un altro bimbo abbandonato in chissà quale angolo nel mondo. Perché lei? Perché proprio i suoi genitori che tanto l’hanno immaginata e attesa? Lo strazio dei perché è la trappola più imprudente del dolore. La ricerca di senso sembra impossibile. Don Benzi, quando affidava un bambino molto malato a una coppia, diceva “almeno morirà tra le braccia di un padre e una madre”. Almeno una volta, proverà che cosa vuol dire incontrare occhi che trepidano per te, si accendono di speranza per un tuo sospiro, si riempiono di lacrime nel dirti addio. Almeno sarà cullato, accarezzato e accompagnato nel suo passaggio. L’adozione di Yuyu squarcia il dubbio più enorme: è stato tutto inutile? La risposta è no: nei cuori dei genitori di Yuyu c’è la consapevolezza che c’è un disegno e che Yuyu ha compiuto il miracolo della sua vita. Non era il suo destino sparire da sola, ignota e ignorata in un istituto, senza la traccia di un ricordo, senza che nessuno su questa Terra sapesse di lei. E soprattutto Yuyu, con il suo breve ma intenso passaggio nella sua vita “italiana” avrebbe salvato un altro bimbo che aspetta solo di conoscere l’amore di una mamma e di un papà. Quel fratellino o sorellina cinese che imparerà a conoscerla e amarla dai racconti dei loro genitori. Il dono di aver amato Yuyu ora è più forte del dolore della sua perdita.