Tutto ciò che c’è da sapere su Omicron 5, responsabile della nuova ondata di Covid

La nuova variante riduce l’efficacia del vaccino, ma la positività sembra essere meno duratura di quella delle sotto varianti precedenti. I sintomi per riconoscerla 

Omicron, la sua storia è iniziata, quando l’OMS ha fatto sapere che il 26 novembre 2020, aveva designato la variante di coronavirus B.1.1.529 con il nome di Omicron e che il 22 dicembre 2020 era stata isolata in 110 Paesi.

Questa variante, si apprende sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù, è abbastanza diversa dal virus di origine. Tale diversità sembra possa accrescere la trasmissibilità del covid e ridurre l’efficacia dei vaccini, aumentando il rischio di infezioni.

L’OMS, il 22 marzo, ha annunciato che la sotto variante Omicron 2(BA.2) è diventata la forma dominante di coronavirus, perché notevolmente più contagiosa di Omicron 1. Ora si parla di una possibile nuova ondata dovuta alla sotto variante chiamata Omicron5 (BA.5).

Coronavirus. Omicron oggi è la variante prevalente al 100%

Sul Corriere Salute è riportato, che il 7 giugno, la variante Omicron aveva una prevalenza al 100% con la sotto variante BA.2 predominante, BA.4 all’11,41 % e la BA.5 (Omicron 5) al 23,15%. Attualmente le infezioni causate da BA.4 e da BA.5 pare che non siano più gravi di quelle originate da BA.1 e da BA.2, comunque l’Istituto Superiore di Sanità, raccomanda sempre un monitoraggio particolarmente attento.

Sulla Repubblica si legge che con Omicron5 ci si può riammalare, perché questa variante “buca” il vaccino, più delle altre e se avvertiamo sintomi come: sudorazione, mal di gola, febbre, in molti casi sono dovuti al Covid e alla nuova sotto variante.

Khalid Kussini, medico di Latisana, spiega che la febbre può raggiungere anche 39 gradi e si possono avere raffreddore e tosse, oltre a dolori diffusi e debolezza. il il prof. Claudio Mastroianni, presidente della società italiana di malattie infettive, evidenzia una novità interessante, che la positività con Omicron 5 è meno duratura di quella delle sotto varianti precedenti.  Omicron5, quindi, è in grado di “bucare” il vaccino, ma a detta del vicepresidente della società italiana di microbiologia M. Pistelli fortunatamente, rischiamo meno di avere una infezione grave.

Cosa si può fare?

Ai pazienti a rischio, come cardiopatici, diabetici immunodepressi ecc. è possibile somministrare un antivirale, che ora può essere prescritto dal medico di famiglia, entro cinque giorni dall’insorgere dei sintomi. L’infettivologo consiglia di non usare cortisonici, ma antinfiammatori. Infine, come ribadito dal Ministero della salute per ridurre la possibilità di contrarre il virus: “Si ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste e raccomandate, l’uso della mascherina, areazione dei locali, igiene delle mani e porre attenzione alle situazioni di assembramento, in condizioni di fragilità e vulnerabilità individuali”.