UE, Adozioni e diritti umani: le 12 indicazioni da seguire

Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, in un documento pubblicato nei giorni scorsi, ha ribadito alcune indicazioni che gli stati membri dovrebbero seguire in materia di adozioni e diritti umani.

Il panorama delle adozioni tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa sono cambiate notevolmente nel tempo, con variazioni significative da paese a paese. In alcuni stati, l’adozione è una pratica ormai consolidata, mentre in altri è ancora relativamente sconosciuta. Alcuni permettono ai figli di essere adottati all’estero, altri no. Alcuni “ricevono” i bambini adottati dall’estero, altri sono totalmente o prevalentemente “paesi di origine”.

Allo stesso tempo, sempre più paesi di origine dentro e fuori l’Europa stanno guardando le adozioni internazionali sempre più come una potenziale soluzione per la cura dei bambini più grandi e di quelli con disabilità e con altre esigenze particolari. In tutti i paesi, sia “di ricezione” sia “di origine”, questi bambini sono “difficili da collocare”, perché il numero di persone disposte e capaci di adottarli è ben al di sotto del livello richiesto. Questo squilibrio crea preoccupazioni particolari anche nella direzione opposta.
Ci sono da affrontare molte sfide procedurali, per garantire che le adozioni siano compatibili con i diritti umani e gli altri vincoli. La maggior parte dei problemi individuati sono il risultato di lacune nel sistema, piuttosto che di isolati comportamenti criminosi o non etici, e si manifestano in particolare nelle adozioni “indipendenti” e nei paesi che non hanno ratificato e attuato la Convenzione dell’Aja del 1993.

A tal proposito il Commissario per i Diritti Umani, ha fornito 12 raccomandazioni da seguire nelle procedure di adozioni nazionali ed internazionali.

Raccomandazioni generali:

1. garantire che i diritti dei bambini siano completamente presi in considerazione durante il complesso processo di adozione, con particolare attenzione al principio del superiore interesse del minore, compreso il diritto per il bambino di esprimere la sua opinione;

2. adeguare la legislazione nazionale alla Convenzione dell’Aja del 1993 e alla Convenzione europea sull’adozione dei minori e ratificare queste convenzioni immediatamente se questo non è ancora stato fatto;

3. garantire che i bambini con bisogni speciali siano opportunamente protetti e curati dai futuri genitori;

4. assicurare che vi siano programmi adeguati per preparare gli aspiranti genitori adottivi sia per l’adozione nazionale che per quella internazionale, e che per loro e per i bambini vi sia un sostegno adeguato e facilmente accessibile nella fase di post-adozione, per ridurre al minimo qualsiasi rischio di rottura nel rapporto adottivo;

5. rivedere i sistemi nazionali di protezione dell’infanzia per garantire che i loro meccanismi di controllo prevengano, rilevino e affrontino gli abusi e l’abbandono di bambini adottati;

6. preparasi alla possibilità che i bambini chiedano di conoscere le loro origini;

Le raccomandazioni specifiche in relazione alla adozione internazionale:

7. garantire che l’adozione internazionale sia effettuata solo attraverso le agenzie accreditate e autorizzate, vietando in modo esplicito le adozioni non regolamentate e private;

8. stabilire un meccanismo di controllo per le agenzie riconosciute e autorizzate al fine di prevenire eventuali casi di abuso e prevenire profitti materiali indebiti dalle provenienti dalle procedure di adozione;

9. prevenire ogni rischio di diventare bambini apolidi nel processo di adozione internazionale, in particolare garantendo che essi riceveranno la nazionalità dei loro genitori adottivi;

10. garantire che i documenti relativi all’adozione vengano trasmessi in modo corretto ai paesi di origine

11. mantenere un approccio particolarmente attento durante e dopo situazioni di emergenza per prevenire eventuali abusi e violazioni di obblighi internazionali;

12. fornire agli aspiranti genitori adottivi informazioni precise per quanto riguarda il grado e la natura della necessità di adozione internazionale e combattere la diffusione di false informazioni al riguardo.