calo adozioni

Quando un bimbo tolto alla famiglia d’origine può essere considerato adottabile?

 

Cara Ai.Bi.,
in qualità di sostenitori della vostra associazione e di genitori adottivi, ci ha lasciato senza parole la sentenza della Corte di Cassazione, in merito alla possibilità di affidare ai nonni materni il figlio della “coppia dell’acido” composta da Martina Levato e Alexander Boettcher.
Noi, che abbiamo abbracciato dal Cile due bambini abbandonati, che oggi ci riempiono di amore, gioia e soddisfazioni, ci siamo interrogati sulla giustizia della sentenza, che recita l’impossibilità di togliere i bambini “neanche ai mafiosi”, costringendoli, a nostro parere, a farsi carico delle colpe dei genitori.
Ed è qui che giunge la nostra domanda:  quando la legge prevede che i bambini debbano essere tolti dalle famiglie d’origine e considerati adottabili?

Saluti,
Jacopo e Miriam

Carissimi Jacopo e Miriam,
la sentenza ha spaccato l’opinione pubblica e la vostra domanda, in un clima come questo, è particolarmente pertinente.
La legge italiana e il diritto europeo , prevedono, per quanto possibile, che i bambini crescano con la famiglia di origine, il cui limite si riscontra nell’irrecuperabilità delle capacità genitoriali. Accertata quest’ultima,  e accertato il fatto che questa incapacità si protrarrà nel tempo, il procedimento di adottabilità può avviarsi; diversamente, avendo lo Stato il compito di sostenere i genitori nel recupero delle capacità genitoriali, ove possibile, si procede allontanando il minore momentaneamente dalla famiglia, affidandoli, appunto, ad un’altra famiglia.

Nel primo caso, e cioè con l’inizio dell’iter adottivo, giuridicamente viene individuato l’abbinamento con una coppia che ha dato disponibilità e ha i requisiti per adottare; parte quello che viene definito “affidamento preadottivo”, una sorta di “prova” in cui il bambino viene inserito in quella che sarà la sua famiglia adottiva, fino alla pronuncia dell’adozione, che avviene a distanza di un anno dall’inserimento.

Per ciò che attiene alla vicenda della “coppia dell’acido”, i giudici a seguito di opportuni accertamenti hanno stabilito l’irrecuperabilità delle capacità genitoriali e il conseguente stato di abbandono del bambino e il il pg ha chiesto l’ affidamento ai nonni materni.
Il principio ispiratore di questa richiesta si definisce “best interest of child”, letteralmente “miglior interesse per il bambino”, che viene definito un bene superiore : il principio al quale i giudici del tribunale si devono ispirare ogni volta che decidono quale sia la soluzione da adottare in presenza di un minore; il principio che deve guidarli è l’interesse, il bene del minore stesso.
Distinti saluti,

Staff Ai.Bi.,