Un siriano che vive in Italia può adottare un minore profugo suo connazionale?

Salve Ai.Bi.

Leggo spesso il vostro sito perché vedo che affrontate la questione dell’immigrazione dal punto di vista dei migranti e non da quello della politica e questo dà certamente un volto più umano all’informazione che fornite. Per me e mia moglie questo è un aspetto molto significativo. Entrambi, infatti, siamo siriani di nascita, ma viviamo in Italia da tanti anni e siamo regolari. Siamo arrivati nel vostro – e ora anche nostro Paese – quando la Siria era ancora un Paese pacifico: non siamo partiti perché la nostra vita era minacciata, ma perché, entrambi laureati, abbiamo deciso di venire a cercare fortuna in Europa semplicemente per poter contare su un tenore di vita migliore di quello che avevano nel nostro Paese natale.

In questi anni non abbiamo avuto figli, ma siamo riusciti a comprare un appartamento abbastanza grande e confortevole, in cui si potrebbe tranquillamente vivere anche in tre.

Vorrei sapere quindi se ci fosse la possibilità di adottare un bambino siriano qui in Italia.

Grazie,

Ahmed

 

 

MORETTICaro Ahmed,

il mio consiglio è di rivolgervi ai Servizi sociali del proprio territorio, dando la disponibilità all’accoglienza in adozione di un minore siriano per poter così iniziare l’iter di adozione nazionale.

È necessario però puntualizzare un paio di aspetti. Innanzitutto, non è possibile sapere se ci siano minori siriani in stato di adottabilità. Inoltre occorre considerare anche il dato oggettivo che il flusso di migranti siriani si è decisamente spostato sulla rotta dell’est europeo, quindi i minori vostri connazionali sono sempre più difficili da intercettare. Tenendo anche presente che, fino a poco fa, anche chi passava dall’Italia e in particolare da Milano, dopo due giorni, ripartiva verso il nord Europa.

Stesso discorso vale se la domanda fraintende il termine adozione con il termine affido. In Italia si contano circa 50/60 Minori stranieri non accompagnati siriani, presumibilmente tardo adolescenti. Ma rispetto ai quasi 9.000 presenti, la percentuale è davvero esigua, tant’è che si può ritenere che anche la maggior parte di loro lascino l’Italia per ricongiungersi con parenti al Nord Europa.

Grazie per la vostra disponibilità e testimonianza,

 

Diego Moretti

Area Italia di Ai.Bi.