famiglia, Gandolfini contro il "falso in atto pubblico" del sindaco di Torino Appendino

Utero in affitto. Gandolfini: “Da Corte Costituzionale principio di buon senso”

Attacco alle proposte CGIL per normare la pratica: “Ex segretario Lama sarebbe esterrefatto”

famiglia, Gandolfini contro il "falso in atto pubblico" del sindaco di Torino Appendino“Accogliamo con grande soddisfazione il pronunciamento della Corte Costituzionale che ribadisce un principio di semplice buon senso, ovvero che non esiste un diritto assoluto alla genitorialità e che la prospettiva giuridica non è adulto-centrica, quindi i genitori non hanno diritti ma doveri verso i figli. Pertanto non sono fondate le questioni sollevate dai tribunali locali sulla legittimità delle legge 40 che vieta alle coppie gay di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Come dimostra una vastissima bibliografia scientifica e ribadisce anche il recente documento della Chiesa sul gender, ‘Maschio e femmina li creò’, il bambino ha diritto a crescere con entrambe le figure genitoriali, padre e madre”, lo dichiara il portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli e leader del Family Day, Massimo Gandolfini, commentando il recente pronunciamento della Consulta sulle questioni sollevate dai tribunali di Pordenone e di Bolzano sulla legittimità costituzionale della legge 40 del 2004, che vieta alle coppie omosessuali di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

“Restiamo convinti -prosegue Gandolfini – che programmare un essere umano fin dal concepimento come orfano della madre (tramite utero in affitto) o del padre (tramite eterologa) è un atto di barbaro egoismo che, oltretutto, priva il nascituro del diritto alla conoscenza delle proprie radici. Per questi motivi ci sembra ancora più assurdo che oggi la CGIL presenti due proposte di legge per regolamentate la pratica dell’utero in affitto. La compravendita di nascituri, il commercio di gameti maschili e femminili e il noleggio di uteri di povere disgraziate non sono lavori come altri da normare. Il fatto che viviamo nove mesi nell’utero di nostra madre non è un evento indifferente della nostra vita; c’è una comunione fisica, biologica ed emozionale che non sarà mai cancellata. Un sindacato che si propone di difendere gli ultimi e le classi lavoratrici non può quindi avallare la schiavizzazione delle donne e il mercimonio di bambini, ma soprattutto non può essere latore di leggi che spezzino il legame primigenio della vita. Il segretario Landini si interroghi sulla lontananza siderale del suo sindacato dal vero sentire delle lavoratrici italiane, che chiedono più tutele per la maternità e un welfare migliore per le famiglie e non regolamenti per vendere ovuli e bambini a degli sconosciuti”.

“Avendo avuto occasione di conoscere direttamente il segretario Lama negli anni settanta, sono assolutamente certo che il primo ad essere esterrefatto davanti a questa deriva antropologica sarebbe proprio lui, che pur non condivideva i principi cristiani della mia cultura”, ha concluso il leader del Comitato.