Verso il 18 maggio. E adesso che i nostri bambini escono di casa come devono comportarsi?

Consigli e suggerimenti per la fine del lockdown, una data attesa con ansia da molte famiglie

Lunedì 18 maggio è la data segnata sul calendario. Quella in cui, per molti bambini, avrà effettivamente fine un periodo di lockdown durato due lunghi mesi. In realtà questo è già terminato il 4 maggio, tuttavia molte sono le restrizioni rimaste in vigore nelle ultime due settimane. E così, ora, per i bimbi sarà il momento di riprendersi la propria vita.

In queste ultime settimane sui bambini si è detto tutto e il contrario di tutto: che fossero vettori del Coronavirus e che non fossero affatto contagiosi; che fossero immuni e che invece non lo fossero. L’unica certezza, al momento, sono i numeri: in Italia su oltre 200mila casi di Covid i bambini sono pochissime migliaia e, di questi, solo il 7% ha avuto bisogno di un ricovero ospedaliero. Solamente due i bambini morti, ma con diverse e gravissime patologie pregresse.

Verso il 18 maggio. Il parere dei pediatri per i bambini all’aperto

Secondo Rocco Russo, della Società italiana di pediatria, intervistato in proposito da Donna Moderna, questi dati “ci dicono con certezza che il virus predilige gli adulti. Nei bambini, poi, non porta danni seri. E il motivo che non hanno altre patologie in corso e possono contare su un sistema immunitario più reattivo e protetto dalle vaccinazioni. Ma non abbiamo molte altre certezze perché si tratta di una patologia nuova”.

Già, ma ora che i bimbi potranno tornare all’aria aperta? “Riannodare i fili degli affetti è fondamentale”, dice, sempre a Donna Moderna, Stefania Manetti, del direttivo dell’Associazione culturale pediatri. “Ma il distanziamento sociale – prosegue – vale anche per anziani e nipoti. In questa fase possiamo permetterci visite o incontri temporanei in cui si ha la certezza di rispettare le regole anti-contagio”.

Anche “il tempo trascorso con i coetanei è fondamentale per crescere e stare bene”, dopo tante settimane di distanza. “Nei prossimi mesi i bambini potranno giocare e stare insieme sotto lo sguardo degli educatori e in gruppi molto ristretti perché questa è la condizione per ridurre il rischio di contagio. Sarà anche una sperimentazione per la scuola del futuro”.

E la mascherina? Beh, quella è una certezza e dovrà essere sempre portata. Almeno per qualche tempo.